“Nell’ora strategica in cui siamo chiamati a invocare lo Spirito perché indichi ai cardinali il nuovo pastore, vediamo una Chiesa del gossip e non una Chiesa in ginocchio a pregare. Che tristezza!”. Così l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, nella Messa per l’elezione del Papa celebrata in cattedrale nella serata di martedì 6 maggio, con una buona partecipazione di fedeli, tra cui molti rappresentanti di movimenti e associazioni ecclesiali.
“Nei prossimi giorni – ha argomentato don Lauro nell’omelia, rammentando il dialogo tra Gesù e Pietro – il Maestro, su quel Lago di Tiberiade che è la Sistina, domanderà a colui che sarà il nuovo pastore della Chiesa, nient’altro se non: ‘Mi vuoi bene tu, più di costoro?’ E dobbiamo pregare egli perché possa rispondere: ‘Tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene’.
“Colui che verrà indicato come nuovo Papa – sottolinea monsignor Tisi – non dovrà essere uno stratega geopolitico, un leader carismatico. No, dovrà essere semplicemente un innamorato di Gesù Cristo“.
L’Arcivescovo fa poi notare come “in queste ore molti si domandano quale sarà il futuro della Chiesa, le sfide che il nuovo Papa dovrà affrontare. Tutto bene, è anche giusto. Però c’è un rischio: quello di caricare su quest’uomo il peso di tutte le sfide del mondo e l’ingenuità di pensare che un uomo possa risolverle. No, nella Chiesa siamo tutti responsabili delle sfide, la Chiesa cammina sulle spalle di tutti i battezzati, non sulle spalle del Papa. E allora invochiamo il pastore, ma con quell’umiltà di dire: e io cosa ci metto per la Chiesa?”.
“Il futuro della Chiesa grazie a Dio – è la convinzione di don Lauro – non è sulle spalle del Papa. Ma è nelle mani solide, sicure del Risorto. La Chiesa è al sicuro perché il Viandante di Emmaus è in giro da duemila anni. E l’ha in mano lui, la Chiesa!”
Infine, l’invito alla preghiera costante per il nuovo Pastore della Chiesa: “Non lasciamolo solo. Papa Francesco ogni domenica diceva ‘per favore, pregate per me’. Prendiamoci questa sera l’impegno di pregare già fin d’ora per il Papa, di non abbandonarlo, di innalzare ogni giorno la preghiera perché possa andare a raccontare che ha trovato il viandante di Emmaus e corre a perdifiato ad annunciare ai suoi fratelli: Cristo è risorto, la speranza sta camminando verso il compimento della storia”.