In Trentino 37.000 persone a rischio povertà. Sono più di 9100 le famiglie che ricevono la quota A dell’Assegno unico

Foto © Gianni Zotta

In Trentino l’indice di popolazione a rischio povertà, con l’Alto Adige, è il più basso a livello nazionale (6,9%). La situazione, ha ricordato il sostituto dirigente dell’Istituto di statistica Vincenzo Bertozzi in occasione della Conferenza di informazione che si è svolta lunedì 26 maggio in Consiglio provinciale, è in lento ma costante miglioramento. Ma la povertà, ha aggiunto il dottor Bertozzi, è un fenomeno multidimensionale che va dalla grave deprivazione materiale e sociale a quello della bassa intensità di lavoro. Con questi parametri si arriva all’11% della popolazione. Qui si evidenzia una distanza maggiore dall’Alto Adige e ci si avvicina di più al Nord Est (11,2).

In termini numerici gli individui a rischio povertà sono 37 mila, se si consideriamo anche l’esclusione sociale si arriva a 60 mila. Le famiglie a rischio sono 18 mila, 25 – 26 mila se consideriamo anche i criteri che comprendono l’esclusione sociale. Le caratteristiche dei poveri: la situazione peggiora se il principale percettore di reddito è una donna o uno straniero ha un titolo di studio basso. C’è poi il capitolo delle famiglie che oscillano attorno al rischio povertà in particolar modo se devono affrontare spese impreviste.

Nadia Rampin, sostituto dirigente dell’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa della Provincia di Trento ha parlato dell’Assegno Unico provinciale istituito nel 2016. Una spesa per la quota A dell’assegno unico è di 21 milioni all’anno, per un totale di 9126 famiglie.

La quota A viene erogata in concorrenza con le misure statali e il massimo dell’assegno è di 950 euro al mese, 11 mila 400 all’anno. La maggior parte dei beneficiari è attorno ai 2000 euro l’anno con punte, poche, di 11,400. Svettano le copie con figli, le donne e le famiglie mono genitoriali. In questa “classifica” gli anziani sono nelle posizioni di fondo. Le situazioni sono stabili e ciò viene messo in evidenza dal fatto che circa il 70% delle famiglie ripresenta ogni anno la domanda di assegno unico. Sulla situazione economica delle famiglie, ha ricordato Nadia Rapin, pesa moltissimo l’affitto.

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