Eccoli, all’appuntamento presso il piazzale ex Zuffo a Trento, i “camminanti” trentini in partenza per il Medio Oriente, alla volta della Striscia di Gaza dove è diretta la “Global March” promossa “dal basso” per scuotere le coscienze dell’opinione pubblica mondiale di fronte alla tragedia che si sta consumando da troppi mesi a danno del popolo palestinese.

Si sono ritrovati alle quattro del pomeriggio per caricare i bagagli nell’auto che li ha accompagnati all’aeroporto di Bergamo, da dove è partito il volo fino alla capitale dell’Egitto, il Cairo. Qui si incontreranno con gli altri partecipanti della delegazione italiana, circa 200 persone in tutto, per muovere, dapprima in pullman attraverso la penisola del Sinai verso al Arish, e quindi a piedi fino al valico di Rafah, porta sulla Striscia di Gaza, dove si conta di arrivare il 15 giugno.

Con loro altre 53 delegazioni nazionali. Un movimento che non rappresenta alcun partito politico, ideologia o religione, ma che vuole farsi portavoce del volere dei popoli e che si ispira ai principi di giustizia, dignità umana e pace.

“Sono già moltissime le persone in movimento – ci dice Marco Baino, uno dei “camminanti” trentini -, in particolare solo dal Maghreb (da Marocco, Algeria e Tunisia) dalle notizie che abbiamo sono migliaia in viaggio in stile ‘marcia dei bruchi’, alternando tratti a piedi ad altri montati sui mezzi”.

Per preparare i “camminanti” sono stati promossi due momenti di formazione online e un incontro in presenza a Torino, lo scorso fine settimana.

“Dentro di noi si agitano sentimenti contrastanti, c’è preoccupazione per gli aspetti burocratici e logistici, che però finora non hanno creato problemi, ma anche la consapevolezza di prendere parte a qualcosa più grande di noi. E ci rincuora sapere che tantissimi altri si stanno muovendo come noi per portare un sostegno non solo simbolico alla gente di Gaza. Anche le notizie che ci giungono da chi è già al Cairo sono rassicuranti”, ci congeda Baino.