Sabato 14 giugno ricorre la Giornata mondiale del donatore del sangue. In Trentino sono circa 26.500 i donatori, che con un gesto gratuito, anonimo e periodico presidiano il diritto costituzionale alla salute.
Nel 2024 sono state raccolte 24.700 unità di globuli rossi, delle quali 18.216 sono state trasfuse e 5.451 cedute a due ospedali del Lazio. Sono state raccolte anche 3.660 sacche di plasma che hanno permesso il conferimento in conto lavorazione di 8.911 chilogrammi, dai quali verranno ricavati medicinali.
Se il Trentino è da anni autosufficiente per quanto riguarda il sangue intero, così non può dirsi per il plasma (che pure registra un trend di crescita costante), sottolineano la presidente dell’Avis del Trentino Elisa Viliotti, il presidente di Advsp odi Clerio Bertoluzza, il presidente della Lega Pari Battisti Paolo Silvestri e il presidente del Gruppo Donatori Volontari Vattaro Michele Sassudelli.
I farmaci prodotti con il plasma prodotto dai donatori non sono sufficienti a coprire il fabbisogno dei pazienti. Ogni anno, quindi, il Servizio Sanitario Nazionale deve ricorrere al mercato estero per procurarsi i medicinali necessari. Questa dipendenza – sottolineano ancora i presidenti delle associazioni – espone il nostro Paese al rischio di carenze, oltre che al rischio di subire un aumento significativo del prezzo: il 67% del plasma mondiale, infatti, viene raccolto negli Stati Uniti.
Nel mondo nel 2024 sono stati raccolti più di 90 milioni di litri di plasma, dei quali solo il 12% in Europa. Si prevede che nel 2032 il fabbisogno raggiungere i 175 milioni di litri, con un aumento del 5% all’anno.
Con un mercato dei medicinali plasmaderivati che nel 1996 valeva 4,8 miliardi di dollari e che oggi vale 32 miliardi, la spinta delle multinazionali farmaceutiche verso la raccolta remunerata è fortissima.