È stata inaugurata “Monti a palazzo Trentini – terre di rare bellezze“, la rassegna d’arte che tra giugno e luglio, nelle sale di Palazzo Trentini, a Trento, si articolerà in tre diverse esposizioni. Fino alla dine del mese di giugno, infatti, ospiterà una collettiva di venti artisti che raccontano le montagne del Primiero organizzata con la collaborazione di Merlocoderloenterprise. Dal 4 luglio si ricorderà la terribile la tragedia di Stava di cui ricorre il quarantesimo anniversario. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con la Fondazione Stava 1985. Infine, il 4 luglio, sempre a palazzo Trentini verrà presentata anche la terza “tappa” della rassegna: “Montagne incantate“, a cura del collettivo AlteTerreArte. Diverse opere in mostra ricorderanno la tragica giornata del 19 luglio 1985 nella quale persero la vita 268 persone. La rassegna, oltre a quello del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, ha il patrocinio del Comune e della Comunità del Primiero; di quello di Tesero e di quello di Predazzo.
La rassegna è nata dalla necessità di ricordare una delle più gravi tragedie che hanno colpito il Trentino nella sua storia: Stava. Il crollo dei bacini di Prestavel che provocò un’ondata di fango che travolse, in quel mezzogiorno di 40 anni fa, la valle di Stava e una parte del paese di Tesero. Uno shock spaventoso e non solo per il Trentino. Alla radice di questo dramma immane ancora una volta l’incuria, la confusione burocratica, l’imprenditoria rapace. E ancora una volta a pagare, in quel mezzogiorno del 19 luglio del 1985, furono tanti, troppi innocenti. La mostra parte da qui, dalla necessità di conservare la memoria e al tempo stesso commemorare lo sforzo della rinascita. Una fotografia che verrà esposta a Palazzo Trentini dal 4 luglio lo racconta più di mille parole: lo sfondo della Valle di Stava oggi, verde fiorente, e poi la mano di un anziano – quindi di chi ha vissuto quella tragedia, di chi ha contribuito alla resurrezione di questa terra – che mostra un istantanea della Stava sfigurata, dilaniata di quarant’anni di fa. Un’ icona di morte e resurrezione, di disperazione e speranza, di bellezza ed orrore. La scelta di allargare il campo della mostra è nata anche da questo, perché anche la montagna ha un duplice volto: sublime e minaccioso.
E si parte con la montagna con la “M” maiuscola del Primiero e delle sue Dolomiti: le Pale, il Sass Maor, il Velo della Madonna, le praterie del Rolle. Una quarantina di opere che vanno dalle vedute delle vette primierotte di fine ‘800 di un grande artista come il veneziano Guglielmo Ciardi, ai pittori di guerra dell’esercito austro – ungarico come il meranese Heinz Otto Pinggera, passando per il viennese Wilhelm Trenkler e una folta schiera di maestri veneziani per arrivare fino al tratto poetico e incisivo di Riccardo Schweizer, il grande maestro di Mezzano. Ma, tutte le opere esposte nella rassegna “Venti artisti per le montagne del Primiero”, sono di alta qualità a testimonianza che questa valle – forse per la sua bellezza – ha prodotto e continua a produrre ispirazione e talento artistico. L’ispirazione e il talento di Davide Orler; Max Gaudenzi; Narci Simion; Jimi Trotter; Luciano Scalet; Enrica Schweizer; Silvia De Bastiani; la lirica delicata delle sculture di Giuliano Orsinger, di Nicola Degianpietro e Gianluigi Zeni.
Un’esposizione alla quale, come detto, il 4 luglio seguirà quella dedicata a Fiemme e le sue “Montagne Incantate”, la collettiva di AlteTerreArte, gruppo composto da Daniela Bernardi, Franco De Nadai, Maria Pia De Silvestro, Piergiorgio Doliana e Valentina Michelutti. Mostra, anche questa di alta qualità, con opere che traducono in forma e colore l’essenza spirituale delle montagne. Infine, le sette opere dedicate dai pittori fiemmesi al ricordo di Stava dal titolo “Basta ricordare?” che riassumono il senso di disperazione della disgrazia e la volontà di riprendere il cammino della vita.