Arriverà agli abbonati in allegato al prossimo numero di Vita Trentina (n. 28) la Lettera alla comunità dell’arcivescovo Lauro Tisi consegnata durante il pontificale di San Vigilio il 26 giugno.
Il titolo “Al di là” rimanda alla necessità di andare oltre una visione talora “ingenua ed eterea” che confina la vita eterna solo in un “domani lontano”, mentre essa si realizza fin d’ora grazie alla fede in Gesù di Nazaret, modello di umanità in pienezza. Articolata in capitoli come “Qui e ora”, “Scintilla”, “Desiderio”, “Giudizio”, “Esplosione”, la Lettera si apre come di consueto con storie vissute: dall’incontro, in avvio della Visita pastorale, con una madre gravemente malata che chiede di ricevere l’unzione degli infermi davanti ai figli, alle madri dei figli morti sugli scenari di guerra, in Ucraina e Medio Oriente, ricordando le troppe vittime innocenti – tra cui i figli della dottoressa Alaa, colpita a Gaza.
Con “Al di là”, monsignor Tisi invita a scoprire che la vita eterna non è attesa passiva, ma una relazione viva che si nutre di perdono, ascolto, servizio. Segni di vita eterna per don Lauro sono rintracciabili “nei volti amati che ci hanno preceduto, nella cura delle relazioni, nella libertà che Dio non smette mai di concederci, fino all’ultima ora. La morte, allora, non è una fine ma un nuovo appello all’amore”.
La riflessione di monsignor Tisi si arricchisce di importanti considerazioni bibliche e teologiche che lo portano a citare Sant’Agostino, guida intellettuale e spirituale di papa Leone XIV, (“Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”) e a ricordare il ruolo provocatorio delle parabole di Gesù che vanno rilette “alla luce della sua vita e del suo stupendo epilogo”. “Per Gesù – annota Tisi – il giudizio non è mai una sentenza ma un appello personale, accorato, affinché l’uomo scelga la via del dono e dell’amore”.
Nel contesto del Giubileo della speranza, la Lettera è anche un invito alla conversione personale e comunitaria, una “fisioterapia spirituale” che, attraverso la riscoperta dell’Eucaristia e della Parola, restituisce profondità alla vita della Chiesa”. Di qui l’invito alla comunità credente a “rimettere al centro l’umanità di Cristo attraverso la frequentazione di quei Vangeli che ci danno il codice nuovo su Dio. Questo è già frequentare la vita eterna”.
Particolarmente toccante la pagina dedicata a don Mauro Leonardelli, sacerdote diocesano recentemente scomparso, ricordato per il suo modo di vivere la malattia come dono di sé e occasione per ridisegnare le priorità dell’esistenza.
La Lettera si chiude con un omaggio a Sara Piffer, giovane ciclista trentina tragicamente scomparsa, la cui fede e gioia di vivere continuano ad emergere come fiori preziosi. “Grazie Sara, con la tua testimonianza – conclude monsignor Tisi – ci hai svelato l’Eterno”.
Copie gratuite della Lettera (pubblicata sul sito diocesano) sono disponibili presso la Curia diocesana in piazza Fiera e al Polo culturale Vigilianum in via Endrici, 14.