Le acque dei laghi trentini di Serraia, a Baselga di Piné, e sul versante trentino del lago di Garda nei comuni di Nago-Torbole e Riva del Garda si presentano in buono stato. Lo rilevano i monitoraggi microbiologici e chimici condotti nell’ambito della ventesima edizione della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale che da vent’anni indaga il benessere ecologico dei principali bacini lacustri italiani. Ma anche le acque in buono stato non sono al sicuro, perché i cambiamenti climatici, uniti alla pressione che deriva dalle attività umane, rappresentano una minaccia concreta per la loro salubrità. Lo sottolinea Legambiente Trento, che questa mattina presso la sala delle associazioni ambientaliste ha presentato i risultati dei monitoraggi della Goletta dei Laghi in Trentino nel corso di una conferenza stampa. Sono intervenuti Andrea Pugliese, presidente del circolo Legambiente Trento, il socio Marino Cofler, Claudio Ioriatti, presidente del Comitato per la tutela dei laghi di Serraia, Piazze e relativi ecosistemi ed Elisa Scocchera dell’ufficio scientifico di Legambiente.
Le analisi microbiologiche effettuate in quattro punti (due per ciascun lago), hanno rilevato concentrazioni di escherichia coli ed enterococchi intestinali entro i limiti normativi. Inoltre, Legambiente ha condotto analisi chimiche in sei punti del lago di Serraia, rilevando concentrazioni di azoto e fosforo nella norma ma sufficienti a produrre uno squilibrio nello stato ecologico del lago.
Nonostante questi risultati incoraggianti, entrambi i laghi sono sottoposti a forti pressioni antropiche. Il lago della Serraia è minacciato da prelievi idroelettrici troppo intensi e prolungati, sistemi fognari parzialmente inadeguati, scarichi e dilavamenti da attività agricole, zootecniche e civili, che negli anni passati hanno compromesso l’equilibrio dell’ecosistema lacustre. Anche il lago di Garda, sponda trentina, affronta rischi simili: qui è soprattutto il sovraffollamento turistico a pesare sull’ambiente. Tra il 2014 e il 2024, i flussi turistici sono aumentati del 23,6% a Riva del Garda e dell’8,6% a Nago-Torbole (dati Istat rielaborati da Legambiente), aggravando la pressione sulle risorse naturali.

Le analisi microbiologiche
I quattro campionamenti complessivi, due effettuati nel lago di Serraia presso le spiagge di Alberon e lido zona pontile sul Lago di Serraia e gli altri due presso la foce del fiume Sacra (Nago-Torbole – TN) e la foce dove confluiscono i torrenti Varone e Albola (Riva del Garda – TN) nel Garda trentino, hanno restituito valori entro i limiti di legge. In particolare, i due punti campionati nel Serraia hanno confermato valori entro i limiti come nei monitoraggi dello scorso anno, come anche i due punti nel Garda trentino, che invece erano stati analizzati consecutivamente dal 2015 al 2017, sempre risultando entro i limiti, mentre negli anni ancora precedenti erano emerse alcune criticità.
Serraia, non abbassare la guardia
Le analisi chimiche effettuate in sei punti del lago di Baselga di Pinè – spiaggia lido zona pontile, torrente Fos Grant, incile del torrente Silla, centro lago, rio Croz e spiaggia Alberon – hanno evidenziato concentrazioni di azoto nella norma. In particolare, tutti i valori risultano ampiamente inferiori al limite di 50 mg/l fissato dalla Direttiva Nitrati (91/676/CEE) dell’Unione Europea, oltre il quale le acque superficiali sono considerate inquinate da nitrati e non idonee all’uso potabile. I valori di fosforo totale rilevati risultano leggermente superiori, in un punto, rispetto a quelli registrati l’anno precedente. Come recentemente confermato da esperti internazionali, il fosforo rappresenta l’elemento limitante principale e deve essere ulteriormente ridotto nel lago, agendo sia sugli apporti esterni (nuovi ingressi) sia su quelli interni (rilascio dai fondali). Le altre osservazioni e misurazioni effettuate sul lago della Serraia a giugno e nei mesi precedenti dai volontari del Comitato Tutela Laghi di Piné indicano una riduzione della trasparenza delle acque. Le elevate temperature di giugno stanno inoltre favorendo la proliferazione di cianobatteri, capaci di produrre microcistine, sostanze tossiche per la fauna acquatica e potenzialmente pericolose anche per l’uomo.
“Merita un’attenzione particolare il lago di Serraia che, pur non presentando superamenti dei limiti microbiologici e chimici previsti dalle normative di riferimento, rappresenta un bacino da monitorare con attenzione, soprattutto dal punto di vista chimico – dichiara Elisa Scocchera dell’ufficio scientifico di Legambiente – Le analisi di quest’anno, infatti, mostrano un lieve aumento delle concentrazioni di fosforo totale, un dato da non sottovalutare. Il lago, per le sue caratteristiche naturali (bacino di piccole dimensioni, scarsa profondità, pochi immissari e limitata ossigenazione) è particolarmente vulnerabile ai processi di eutrofizzazione, fenomeno che può essere aggravato da pressioni di origine antropica”. Conferma il presidente di Legambiente Trento, Andrea Pugliese, affiancato in conferenza stampa da Marino Cofler e dal Presidente del Comitato Tutela Laghi di Piné, Claudio Ioriatti: “Sebbene il quadro emerso quest’anno dai monitoraggi della Goletta dei Laghi sia nel complesso positivo è fondamentale mantenere alta l’attenzione. In particolare, sul lago di Serraia persistono criticità strutturali e datate, mai affrontate con interventi risolutivi. Serve un impegno concreto per affrontare le cause profonde del problema e garantire la salute del lago nel lungo periodo. Per quanto riguarda il Garda trentino, la qualità delle acque è in generale buona, ma il lago è sottoposto a una forte carico antropico, dovuto soprattutto al grande afflusso turistico che rischia di compromettere il grande valore ambientale dell’area e anche di rendere meno vivibile la zona per chi ci abita e lavora. È necessario costruire un modello di turismo più equilibrato, responsabile e sostenibile, capace di tutelare il territorio e garantire benefici che siano duraturi per le comunità locali”.
Approfondimento: il monitoraggio scientifico dei parametri microbiologici
I prelievi di Goletta dei Laghi sono stati effettuati da tecnici, volontarie e volontari di Legambiente. I campioni per le analisi microbiologiche sono stati prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che ha avuto luogo lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici – Enterococchi intestinali ed Escherichia coli – classificando come “inquinati” i campioni che superano i limiti di legge e come “fortemente inquinati” quelli che li superano di oltre il doppio, secondo quanto stabilito dalla normativa nazionale sulle acque di balneazione (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010). I risultati di Goletta dei Laghi non certificano la balneabilità dei punti di campionamento. I punti di prelievo vengono scelti in base al rischio potenziale di inquinamento, sulla base delle segnalazioni dei circoli di Legambiente e dei cittadini tramite il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi, torrenti, scarichi e piccoli canali rappresentano le principali vie di contaminazione batterica nei laghi, a causa di una depurazione insufficiente o di scarichi abusivi.