L’efficienza dei collegamenti viari è oggi, come un tempo, di fondamentale importanza per le attività antropiche. La mobilità delle persone e delle merci rappresenta un marcatore a cui si attribuisce il valore sociale di un determinato territorio. L’efficienza dei collegamenti aerei, ferroviari, navali, terrestri, favorisce gli interscambi culturali e non solo quelli materiali, tra territori contigui oppure lontani, in rapporto al mezzo di locomozione che scegliamo di utilizzare. Spesso questa efficienza viene messa alla prova dalla morfologia geografica del territorio, costringendo chi è preposto alla progettazione delle infrastrutture viarie ad assumere scelte sia tecnologiche che programmatiche non sempre semplici per dare risposte alle esigenze delle popolazioni a cui queste risorse sono dedicate.
L’aspetto odierno delle infrastrutture viarie del territorio in cui si propone la passeggiata, la Valle di Cembra e segnatamente la porzione tra i paesi di Lisignago e Ceola, appare stratificato, dove le vie di comunicazione più recenti hanno relegato quelle più antiche ad una funzione ancillare. Con l’avvento dei mezzi meccanici e di tecniche costruttive innovative, è sopraggiunta la possibilità di dotare i territori di strade più larghe e meno pendenti, con ponti sempre più arditi.
Nel caso nostro ed in tempi diversi a partire dalla prima metà del 1800 con la costituzione del consorzio per la costruzione della strada di collegamento Lavis-Molina, fino al 2013 anno in cui l’intera opera è stata completata con le gallerie di superamento delle strozzature dei centri abitati, sono state costruite due diverse strade a sostituzione delle antiche mulattiere. Praticamente parallele tra di loro, collegano i due paesi, a due quote differenti.
A sostegno della tesi della sostituzione d’importanza tra nuove e vecchie viabilità, i lavori di manutenzione straordinaria del ponte della nuova strada, attualmente in corso e di non prossima conclusione, impediscono il transito anche pedonale sull’altra strada meno recente, che passa al disotto delle sue campate. Questo comporta, per coloro che si spostano a piedi per conoscere il territorio, a dolorosi saliscendi.
Non per questo i vecchi itinerari riservano meno fascino. Essi sono largamente utilizzati dalla popolazione locale come collegamento tra tutte le attività agricole che la vocazione del territorio permette, collegando luoghi che un tempo rivestivano importanti riferimenti, poi relegati ai margini dalla viabilità moderna più efficiente. Ripercorrendo questi antichi itinerari, ora resi più comodi dalla asfaltatura del fondo stradale a beneficio delle fiorenti attività agricole, si entra in un mondo affascinante. Collegano i paesi tra di loro e soprattutto i paesi ai coltivi, i quali si spingono fino quasi al greto del torrente Avisio, ma anche al fondo dei solchi vallivi dei suoi affluenti minori: sono organizzati in una fitta rete di stradine interpoderali. Il superamento dei corsi d’acqua comportava la costruzione di ponti che non potevano avere le dimensioni di quelli odierni, cosicché era giocoforza portarsi fino in fondo alle valli per superare l’ostacolo, costringendo a faticose risalite su ripidi pendii.
È la condizione che la passeggiata propone, pur sempre in somministrazione moderata, ma necessaria alla conoscenza di un territorio che nei secoli ha saputo trasformarsi in quello che ora possiamo ammirare.
Per approfondire: I Paesaggi Culturali dell’Alta Val di Cembra – Risultati del progetto partecipato PAST. A cura di Matteo Rapanà, Elisa Travaglia e Paolo Piffer. Rete di Riserve Alta Val di Cembra.
L’ITINERARIO
lunghezza: 3 km
dislivello: +170 m
durata: 2,5 ore

Quello proposto ricalca lo storico collegamento tra i paesi di Lisignago e Ceola e tocca l’antica chiesetta di S. Leonardo ed il Maso Spedenal, probabilmente con funzioni di ospitalità lungo l’antico percorso. La chiusura temporanea della strada a basso traffico che collega i due paesi, dovuta ai lavori già citati e segnata in mappa con delle X, comporta l’organizzazione di un transfert di collegamento tra i due paesi. L’itinerario a piedi ha origine presso la parrocchiale di S. Biagio a Lisignago. Il senso di marcia è quello orario, che permette un minor impegno nella risalita.
Una stradina asfaltata in discesa attraversa gli ampi vigneti fino a ridosso di una collina che ospita la chiesetta di S. Leonardo, alla quale si accede seguendo un breve sentiero selciato. L’edificio domina una porzione della vallata, a picco sul torrente Avisio. Seguendo le indicazioni si continua a scendere e scopriamo che le coltivazioni non sono esclusivamente a vigneto: si trovano ciliegi, meli, noci, castagni, noccioli, peschi. I panorami si aprono sulla bassa valle e permettono di intravvedere la strada che incontreremo più avanti. Raggiunto il fondo della valle del rio Ischele, immissario dell’Avisio, si comincia a risalire.
Seguendo sempre le indicazioni, tra le quali quelle del Cammino delle Terre Sospese, trekking di 90 km che percorre entrambe le sponde della Valle di Cembra, si risale nel bosco e si raggiungono alcune costruzioni rurali che annunciano il grande caseggiato del Maso Spedenal. Qui, l’esposizione favorevole verso il sole permette eccezionalmente la crescita in terra di alcune piante di banano e di fichi d’india, fruttificanti. Proseguendo si giunge in breve su pendenze meno severe e tenendo sempre la sinistra ai bivi, si transita bassi sotto il paese di Ceola, per poi raggiungerlo, verso destra, lungo Via al Ginever.
Per tornare a Lisignago senza dover ripercorrere il tracciato dell’andata, essendo la strada alternativa chiusa al traffico e sconsigliando fortemente di percorrere la trafficata strada provinciale, si aprono due possibilità. Una è quella di dotarsi di due mezzi di trasporto, uno da lasciare a Ceola e l’altro a Lisignago. L’altro è quello di lasciare a Ceola un mezzo di trasporto e di prendere la corriera di linea B102 che in 5 minuti di viaggio porta a Lisignago. Gli orari di transito sono consultabili sul sito di Trentino Tasporti (file PDF).
SPUNTI DI INTERESSE
S. Leonardo. La posizione elevata e panoramica suggerisce che le sue fondamenta fossero di un antico castelliere medioevale, sembra distrutto nel 1262. Il primo documento che ne attesta la presenza è del 1444, in occasione della consacrazione, ma probabilmente è più antica. Conserva un ciclo di affreschi databili alla metà del XV secolo, rappresentanti santi ed un’ultima cena. Sulla tavola di quest’ultima sono dipinti alimenti ed accessori che ricordano la cultura del mondo tedesco. Il nome dell’autore è ignoto, anche se gli sono attribuite realizzazioni in Val di Cembra e nelle Valli di Fiemme e Fassa. Un ampio portico adorna la facciata, dal caratteristico portale ogivale. La visita è possibile tutto l’anno, previo richiesta presso l’APT locale.
S. Biagio. La parrocchiale di Lisignago venne costruita tra il 1866 e il 1868 sostituendo la vecchia chiesa, demolita, eccezion fatta per il campanile. Il progetto è dell’architetto Leopoldo von Claricini, noto anche per una importante cartografia della Valle dell’Adige, da Merano a Borghetto, del 1847, riportante i tagli al Fiume Adige fino a quell’epoca eseguiti.
S. Rocco. Costruita nel 1901 in sostituzione dell’antica chiesa di Ceola, su progetto dell’ingegner Emilio Paor, noto per lo stile neorinascimentale ed autore di opere quali il Palazzo della Filarmonica e la chiesa del Santissimo Sacramento a Trento, la chiesa del Redentore a Montagnaga di Pinè. Nel secolo scorso venne decorato l’interno. La facciata è adornata da un graffito su intonaco di V. Bertoldi del 1946.