Dietro un nuovo campione, piace scoprire anche un grande fratello. Non quello che ti spia, ma quello che sa darti fiducia e sicurezza. Questo è per Sinner il fratello adottivo Mark, al quale domenica sul podio di Wimbledon ha regalato una battuta vincente, significativa.
Lo ha ringraziato per la sua presenza a Londra (“ma è perché oggi non c’era da vedere la formula 1…”, ha precisato con una frecciatina), così come a Roma lo aveva “beccato” per la sua assenza a causa del concomitante Gran Premio in tv.
Due rimproveri molto bonari, tipici degli sfottò concessi dalla confidenza affettuosa, pronunciati però in un’intervista davanti ad un pubblico mondiale, diffusa in diretta televisiva. Non c’era probabilmente, nella citazione intenzionale del fratello Mark, il gusto un po’ goliardico dello scherzo al quale dare massima visibilità; semmai vogliamo leggerci la sottolineatura dell’importanza di questa relazione fraterna, di questa presenza silenziosa del fratello maggiore (quasi nascosto dietro la panchina dei coach) che rappresenta però per il campione della val Pusteria uno dei riferimenti personali più importanti. Al punto da non doverlo dimenticare nemmeno nel giorno della sua gloria nel tempio sportivo di Wimbledon, a pochi minuti dalla vittoria più importante (finora) della sua promettente carriera. D’altra parte, nelle rare confessioni sulla sua vita privata, Jannik ha più volte testimoniato il felicissimo rapporto con questo fratello che i genitori Siglinde e Hanspeter hanno adottato a 9 mesi, ritenendo di non poter avere figli naturali.
Per il piccolo Jannik che volava sulle piste da sci prima di prendere il volo verso i campi da tennis di tutto il mondo, Mark continua ad essere una sicurezza. Lo è da quando nel 2022 a Vienna spiegò a Gaia Piccardi del Corriere del Sera: “Mio fratello è la persona più vera e onesta che io conosca: ha sempre la parola giusta”. Una preziosa relazione di “fratellanza” che non è rara (come tanti casi di sorellanza, fra sorelle) ma che è stato splendido veder riaffermare al pubblico del mondo con due battute “pensate” in anticipo, non meno vincenti di quelle con le quali ha sfinito Shelton, Djokovic e Alcaraz.