È stata approvata in prima adozione la riforma della disciplina dell’Icef, l’indicatore della condizione economica delle famiglie, utile per la richiesta delle misure di welfare provinciale.
La revisione dei criteri approderà alle commissioni competenti del Consiglio provinciale prima del ritorno all’esecutivo per il via libero definitivo. “La revisione dell’Icef nasce da un’esigenza concreta: aggiornare gli strumenti alla luce dei cambiamenti che ci sono stati, ma soprattutto garantire una maggiore equità tra famiglie e semplificare i procedimenti di accesso ai benefici”, spiega il vicepresidente della Provincia di Trento Achille Spinelli.
La fase di avvio della riforma è prevista nel corso dell’autunno. Le novità principali riguardano la rimozione delle deduzioni forfettarie, la modifica delle soglie per le deduzioni e la modifica dei parametri del patrimonio, con l’obiettivo di garantire maggiore equità, evitare disparità di applicazione e frammentazione. Per questo gli indicatori da circa 36 passano a 4, suddivisi per area tematica: indicatore Famiglia per gli interventi a favore delle famiglie con figli; indicatore Povertà per gli interventi a sostegno del reddito; indicatore Casa per gli interventi nell’ambito dell’edilizia abitativa pubblica e privata; e indicatore Disabilità e non autosufficienza per gli interventi a sostegno della disabilità.
Gli stessi indicatori vengono disciplinati in modo univoco, in un unico centro di calcolo, eliminando le varianti distorsive, cioè quegli elementi che possono contribuire a creare disparità tra famiglie a parità di condizione economica.
Secondo la nuova riforma, al momento della dichiarazione Icef verranno calcolati in modo univoco i quattro indicatori, validi per tutti i servizi che li richiedono. Gli indicatori verranno acquisiti direttamente dalle varie piattaforme che gestiscono le domande di beneficio, e la famiglia potrà accedere a servizi ed agevolazioni senza ripresentarsi più volte.
La riforma dell’Icef non convince il sindacato confederale. Cgil Cisl Uil hanno già espresso i propri dubbi nell’ambito del confronto nel Comitato Icef, ma auspicano che la discussione in Consiglio provinciale possa apportare “significativi miglioramenti per rendere lo strumento provinciale di valutazione del reddito più adatto alle mutate condizioni della società trentina e, soprattutto, rispondente in modo più efficace e ampio ai bisogni crescenti delle famiglie, degli anziani, dei disabili e delle persone in condizioni di fragilità”.
Secondo il sindacato, il “nuovo modello è penalizzante per le famiglie con due redditi, non valorizza l’occupazione femminile e rischia concretamente di danneggiare famiglie numerose e disabili. Inoltre, non risponde in modo efficace ai bisogni delle famiglie perché ancora una volta non si prevede alcuna indicizzazione all’inflazione, richiesta che Cgil Cisl Uil avanzano da anni ormai”.