Giubileo dei giovani, giorno 8: dopo la Messa con papa Leone XVI, i 330 trentini sulla via del ritorno

Si è concluso con la Santa Messa presieduta da Papa Leone XIV a Tor Vergata il Giubileo dei Giovani. Un momento solenne, che ha visto la presenza di oltre un milione di giovani da tutto il mondo.

La notte non è stata delle migliori, bisogna dirlo: freddo, pioggia e “vicini” rumorosi hanno rischiato di prendere il sopravvento sulla stanchezza, ma per fortuna tutto è tornato alla normalità non appena, intorno alle 6:30, è sorta una tra le più belle albe che i giovani potessero desiderare.

Alle 7 il Papa ha raggiunto in elicottero la spianata ed è montato sulla papamobile per un primo giro tra i giovani, durante il quale anche qualche fortunato trentino ha potuto vederlo da vicino. Intorno alle 8:30, poi, è iniziata la celebrazione eucaristica. Durante l’omelia, papa Leone ha invitato i giovani a fare cose grandi: “Per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e più fraterna. Teniamoci uniti a Cristo, rimaniamo sempre nella sua amicizia. Allora vedrete crescere ogni giorno, in voi e attorno a voi la luce del Vangelo. Vi affido a Maria, la Vergine della speranza: con il suo aiuto, tornando nei prossimi giorni ai vostri paesi, in tutte le parti del mondo continuate a camminare con gioia sulle orme del Salvatore, e contagiate chiunque incontrate col vostro entusiasmo, e con la testimonianza della vostra fede. Buon cammino”.

“Portate questo vostro entusiasmo a tutto il mondo – ha detto il Papa in un saluto finale prima di congedarsi – voi siete il sale della terra, luce del mondo. Portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza. Grazie di nuovo a tutti voi, e buon viaggio!”.

I giovani trentini, dopo aver risistemato i propri “letti” di fortuna, si sono incamminati nuovamente alla volta della parrocchia di San Bernardo di Chiaravalle. Ripercorrendo i circa 10 chilometri che li separavano dalla meta, i ragazzi hanno potuto tirare le somme di questo Giubileo, chi avvicinandosi al vescovo Lauro, chi confrontandosi con gli amici di sempre, chi con gruppi di giovani da altri paesi o altre regioni italiane.

Una volta recuperate le valigie alla parrocchia, i giovani sono ripartiti in pullman alle 15:30, destinazione casa. L’arrivo è previsto intorno alle 23:15.

Una cosa è certa: il Giubileo ha lasciato il segno. E lo ha fatto per un motivo semplice: se nel 2025 così tanti giovani scelgono di fare un’esperienza di fede, un pellegrinaggio in questo modo, allora vuol dire che possiamo ancora essere, forse più di prima, “Pellegrini di Speranza”. Certo, senza ipocrisie: bisogna ricordare che allo stato attuale la Chiesa fatica ad avvicinare i giovani e renderli partecipi, a rinnovarsi e farsi vicina a loro, eppure l’aria che si è respirata alla spianata di Tor Vergata può, oggi più che mai, rappresentare quella scintilla che accenderà il fuoco della speranza. Speranza in un futuro migliore, speranza nella relazione con l’altro, negli sguardi e nei sorrisi. Jovanotti cantava “posso toccare il cielo”, e devo dire che questa volta anche i nostri giovani hanno avuto un piccolo assaggio di questa esperienza meravigliosa.

Il prossimo appuntamento sarà sabato 20 settembre per un momento di restituzione per rileggere assieme l’esperienza del Giubileo a un mese dalla sua conclusione: sarà un momento importante per tirare le somme e guardare al futuro. A proposito di futuro, occhi puntati sulla prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Seoul in Corea dal 3 all’8 agosto 2027 il cui tema sarà: “Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo”.

Per il momento, però, lasciamo riposare i nostri giovani, se lo sono meritato.

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