Approvata una delibera che autorizza il prelievo in deroga del fringuello, in vista della stagione venatoria 2025/2026. La decisione della Giunta provinciale di Trento fa discutere il mondo protezionista, anche se in un comunicato la Provincia ha specificato che il fringuello, essendo una specie non inclusa nell’elenco nazionale di quelle cacciabili, ma comunque classificata in stato di “minor preoccupazione” nelle liste rosse europee ed italiane, può essere prelevato in deroga, mantenendo invariata la sostenibilità delle popolazioni a livello europeo.
Il prelievo – precisa ancora la nota provinciale – potrà avvenire esclusivamente da appostamento fisso, per un massimo di tre giornate settimanali. Il sistema di monitoraggio sarà particolarmente rigoroso: i cacciatori autorizzati dovranno registrare online, dopo ogni giornata, i capi prelevati e annotarli sul tesserino venatorio. La struttura provinciale seguirà costantemente l’andamento dei prelievi e sospenderà l’attività al raggiungimento del 90% della quota assegnata. I controlli sul territorio saranno effettuati dagli organi di vigilanza venatoria.
Per la presidente di Enpa del Trentino, Ivana Sandri, quello deciso dalla Giunta è “un gravissimo attacco alla biodiversità e al diritto di vivere di tutti gli esseri senzienti, che tutti noi dovremmo riconoscere e rispettare. Il tutto a carico dell’ambiente e delle tasche dei cittadini: sì, perché oltre al danno incalcolabile alla biodiversità, si rischia un pesante ammanco dalle tasche dei cittadini”.
“Questo omaggio ad un pugno di cacciatori – che rappresentano l’1% dei Trentini, cioè nemmeno 6.000 cacciatori su 545.000 abitanti di cui circa il 70% è contrario alla caccia – causerà l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’UE”, prefigura Sandri. “L’esito, come ci insegnano le altre procedure di infrazione a carico dell’Italia, è presto detto: sanzioni milionarie ma equanimi, che colpiranno tutti, anche i non cacciatori. È ora che la verità venga detta: per il “divertimento” di pochi, anzi pochissimi, pagheranno in molti, anzi moltissimi: l’ambiente, la biodiversità, migliaia di piccoli uccelli protetti, tutti i cittadini italiani e trentini”.