“L’invisibile filo rosso”, il manicomio di Pergine al Festival del Cinema di Venezia

Ornella Muti interpreta la parte di ida Dalser, l’amante di Mussolini rinchiusa nel manicomio di Pergine

È un film a firma ed ambientazione trentine “L’invisibile filo rosso” che sarà alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (in programma al Lido dal 27 agosto al 6 settembre) nella sezione Venice Production Service in cui si incontrano produttori, distributori e quanti fanno parte del mondo del cinema. Regista è Alessandro Bencivenga, origini laziali ma ormai trentino d’adozione, già autore del docufilm “Il mio amico Massimo”, sull’attore e regista Massimo Troisi, scomparso nel 1994 e di “Resto a Sud” sul terremoto dell’Irpinia del 1980. Sceneggiatrice è la scrittrice Irene Cocco, nata a Trento, dove si è laureata in Lettere e già collaboratrice di Bencivenga.

Non solo, anche la storia è tutta trentina ed ha per protagonisti Giulio Anesini, falegname e attivista socialista di Pergine Valsugana, messo in manicomio prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale per le sue idee ma anche Ida Dalser, di Sopramonte, l’amante (una delle tante) o la moglie (non vi è certezza) di Benito Mussolini da cui ebbe un figlio, Benito Albino. Quando Mussolini divenne il Duce del fascismo rinchiuse in manicomio sia Ida Dalser (prima a Pergine, poi a Venezia) che il figlio, dove morirono. La storia si intreccia anche con quella di un giovane infermiere meridionale arrivato in Trentino per lavorare. Su Ida Dalser e il figlio Marco Bellocchio diresse nel 2009 “Vincere”. Diverse riprese di “L’invisibile filo rosso” sono state girate in Trentino, tra Pergine e Levico. Di tutto rispetto il cast composto, tra gli altri, da Ornella Muti (nella parte di Idal Dalser), Antonio Catania, Lello Arena nonché Ale e Franz.

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