Il regista Yervant Gianikian, nato a Merano, origini armene e la compagna Angela Ricci Lucchi (romagnola, scomparsa nel 2018) hanno lavorato parecchio in Trentino. Finanziati da diverse istituzioni locali realizzarono la trilogia sulla Prima guerra mondiale, “Su tutte le vette è pace”, “Prigionieri della guerra” e “Oh! Uomo” (proiettato al festival di Cannes nella prestigiosa Quinzane nel 2004). Tutta la loro opera è caratterizzata dalla ricerca negli archivi di frammenti, di spezzoni documentaristici che venivano poi “lavorati”, montati, rifilmati, virati, rallentati fino a ricavarne un lavoro del tutto originale, spaesante, dai forti connotati simbolici e politici.
Ora Gianikian porta all’82esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, fuori concorso, “I diari di Angela-Noi due cineasti. Capitolo terzo” (123 minuti) conclusione di una trilogia sulla compagna. Voci narranti sono lo stesso Gianikian e la scrittrice Lucrezia Lerro che racconta il diario della malattia della protagonista, Angela Ricci Lucchi. “Gianikian dipinge come su una grande tela una pittura stratificata che attraverso i diari filmati e gli scritti di Angela fa il giro del mondo – recita la sinossi – La guerra, il lavoro politico, la malattia”.
“La nostra vita artistica e la vita reale – riflette il regista – hanno coinciso perfettamente. Filmavamo per noi e, nel frattempo, ci dedicavamo a dei lavori sulla violenza per ricordare il comune impegno di denuncia del colonialismo, del fascismo e della violenza della guerra.” “I diari di Angela” sono in programma al Lido di Venezia il 2 settembre in Sala Giardino (ore 17,15) e il 3 settembre al cinema Astra1 (ore 9).