Reda Lahli, l’influencer cresciuto in Val di Non perennemente in viaggio

Intercetto Reda Lahli mentre si trova a Cuba; dopo qualche giorno è in Indonesia con un altro gruppo e da lì riusciamo a fissare una chiamata in barba ai fusi orari. Su Instagram, dove è conosciuto come “Marocco Siffredi”, ha un account da oltre 70mila follower dal quale promuove i viaggi che lui coordina. Reda è un “animale sociale” e vive in mezzo alla gente. È di origini marocchine ed è cresciuto in Val di Non; lavora per Si.vola, un tour operator che organizza viaggi unendo la domanda dei singoli in piccoli gruppi da una dozzina di persone e rivolgendosi ad un target under 40.

Nonostante – per professione – sia perennemente in viaggio ad accompagnare turisti (ma in questo caso si direbbe viaggiatori) in giro per il mondo, è riuscito a laurearsi in Giurisprudenza presso l’Università di Trento e non manca di far sentire le sue opinioni tramite i suoi canali social ma anche con iniziative a supporto di cause civili o per raccolte fondi (come accaduto per il terremoto di Marrakesh del 2023).

“Nel 2021 quando ho iniziato ero l’uomo giusto al momento giusto – inizia a raccontare Reda -, ora l’azienda non è più una startup e conta più di 20.000 viaggiatori l’anno. In quattro anni di lavoro ho visto quello che non ho visto nei 26 anni precedenti della mia vita. A spanne ho accompagnato tra i duemila e i tremila personaggi in una sessantina di Paesi”.

Origini marocchine, cresciuto in Val di Non: rimane un legame con il Trentino… o con le mele?
Purtroppo, non ho legami con le mele, nel senso che non possiedo un campo. Al Trentino sono molto affezionato. È grazie al fatto che sia cresciuto qua che oggi posso fare questa vita. Da bambino sentivo di non avere un grande rapporto con la Val di Non e forse è stato questo a spingermi fuori dopo aver terminato le scuole medie e le superiori a Cles.

Una laurea in giurisprudenza, un profilo Instagram da oltre 70mila follower e anche l’impegno sociale…
Sono riuscito a trovare il tempo per studiare tra un volo e l’altro, oppure la sera, in posti talvolta improbabili (mi viene in mente Socotra, un’isola dello Yemen); riuscivo a ritagliarmi il tempo per scrivere la tesi e portare a termine gli ultimi esami. Ho maturato la concezione che chi ha un minimo di seguito debba moralmente sfruttare la cassa di risonanza che le reti sociali gli mettono a disposizione, anche a costo di “perdere clienti”. Lo stesso vale per la beneficenza, la quale deve essere fuori da ogni retorica e non può essere fatta per moda, l’importante è che arrivi alle persone e sia efficace. Nel settembre 2023, in occasione del terremoto a Marrakech, ho attivato tramite dei parenti in loco una raccolta fondi che raccolse più di 20mila euro grazie alle persone che hanno contribuito dai social. Inoltre, facemmo una distribuzione di beni di prima necessità che ha toccato 700 persone e che ho svolto personalmente: il mio viaggio più bello.

Reda, quanti aerei si prendono come coordinatore di viaggi?
Diciamo che la mia impronta ambientale è quella di un tirannosauro. Mi districo tra gli aeroporti di tutto il mondo ed i voli che prendo sono più di cento all’anno. Devo dire però che l’aeroporto più triste rimane Malpensa.

Come ti poni verso i tuoi clienti? Vi è un senso di responsabilità verso le loro aspettative vacanziere?
Nei periodi più caldi della stagione, su tutti agosto e Capodanno, si notano viaggiatori molto eterogenei, ed in certi casi, i viaggi tirano fuori il meglio ma anche il peggio dalle persone. Dopodiché ogni gruppo è diverso, c’è chi vuole divertirsi di più, chi ricerca aspetti culturali o lati più umani dei luoghi che visitiamo; la chiave sta nel capire queste esigenze e modularle alle aspettative dei singoli. Il senso di responsabilità al giorno d’oggi lo si vive anche verso i luoghi: passo le giornate a ripetere di non geolocalizzare i posti sui social media, e quando spiego il perché la gente capisce; pur facendo parte del meccanismo del turismo, cerchiamo di essere rispettosi: il non geolocalizzare un luogo contribuisce alla preservazione dello stesso.

Rimane il brivido della scoperta, dell’imprevisto, della sorpresa o il viaggio per te ha cambiato significato?
L’ansia da partenza per me non esiste più e nemmeno quella dell’aereo. Rimane però l’emozione della scoperta. L’Africa è il continente più emozionante in assoluto, mentre i posti troppo funzionali (tipo il Giappone) non mi riservano il brivido che un viaggio per me dovrebbe avere.

Pro e contro dei viaggi di gruppo?
Il viaggio di gruppo permette di poter viaggiare a persone che magari non avrebbero l’abilità di organizzarsi dall’altra parte del mondo. L’essere in gruppo sconfigge la paura del partire da soli. Tante volte, il viaggiare da soli, per quanto magari più economico fa sì che ci si perda qualcosa del Paese, l’avere internet non basta. Ritengo che prendere le guide locali sia essenziale per comprendere il luogo: le piramidi senza una spiegazione sono un ammasso di sassi. Il contro, è che chi partecipa si deve adattare alle tempistiche del gruppo.

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