In Val del Chiese grande festa per il ritorno del bestiame dalle malghe

Domenica 14 settembre, sull’Altopiano di Boniprati, in Val del Chiese, si è celebrato il ritorno del bestiame dalle malghe: un rituale antico che si è trasformato in festa popolare e spettacolo.

La “Desmalgada” non è solo una sfilata di animali bardati a festa: è un tuffo nella vita rurale di montagna, con i suoi gesti autentici, i mestieri di un tempo e un’atmosfera genuina che ogni anno richiama migliaia di persone. L’edizione appena conclusa ha visto coinvolti oltre 200 figuranti tra persone e animali.

Si è partiti la mattina con “Storie e vicissitudini del secolo passato”, un’escursione guidata tra boschi e sentieri della Grande Guerra, per riscoprire un territorio ricco di storia e memoria. Poi, tra pascoli e malghe, ha preso vita la festa vera e propria. Le bande locali hanno accompagnato la tradizionale sfilata del bestiame, tra mucche, capre e cavalli bardati a festa, in un’atmosfera vivace e coinvolgente; i bambini si sono improvvisati piccoli casari nella Caserada, un laboratorio pratico dove imparare a fare il formaggio e hanno potuto portarlo a casa con orgoglio. Adulti e bambini si sono divertiti insieme con “Un, due, tre… Stalla!”, giochi a squadre tra balle di fieno, corse nei prati e sfide ispirate alla vita di malga.

“La Desmalgada nasce da una collaborazione concreta tra le cinque malghe dell’altopiano – Malga Baite, Malga Table, Malga Clef, Malga Clevet e Malga Clebà – che, pur essendo realtà distinte, collaborano ogni giorno per il benessere di tutto il comparto e del territorio”, spiega Paolo Franceschetti, vicesindaco di Pieve di Bono-Prezzo e organizzatore della manifestazione.

“Grazie a un contributo della Provincia Autonoma di Trento – aggiunge Franceschetti – è prevista per la prossima stagione d’alpeggio la sistemazione di Malga Tablà, che al momento è l’unica a non essere ancora stata ristrutturata. Si tratta di un intervento fondamentale per rafforzare ulteriormente la rete delle malghe dell’altopiano e continuare a preservare la vitalità economica e culturale di questi luoghi”.

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