Al MUSE il 29 ottobre un reading-concerto sugli 80 anni dalla bomba su Hiroshima

A ottant’anni dalla bomba su Hiroshima, il MUSE propone per mercoledì 29 ottobre alle 18.30 un evento speciale: il reading concerto “Il diavolo non gioca a dadi. Noi, la scienza e la bomba”. Lo spettacolo, a cura del sociologo della scienza Massimiano Bucchi e del pianista e compositore Arturo Stàlteri, ripercorre la storia, le responsabilità e i dilemmi della scienza moderna.

Il 6 agosto 1945, alle 8.15 del mattino, un aereo americano sgancia su Hiroshima una bomba a fissione nucleare: “Little Boy”. La città viene rasa al suolo, le vittime sono oltre centomila. È l’inizio dell’era atomica, ma anche il punto di svolta in cui la scienza cessa di essere solo conoscenza e diventa potere. E responsabilità. Attraverso una narrazione originale e un repertorio musicale evocativo, lo spettacolo ricostruisce la lunga e complessa genealogia della bomba atomica: dalla scoperta della fissione nucleare in Europa, ai laboratori di Berlino e Los Alamos, fino alla celebre lettera firmata da Einstein e indirizzata al presidente Roosevelt, che darà il via al Progetto Manhattan.

Un racconto che accende i riflettori sulle figure-chiave della fisica del Novecento – da Albert Einstein a Robert Oppenheimer, da Leó Szilárd a Niels Bohr – ma anche sui risvolti meno noti: il ruolo dei partigiani norvegesi nella resistenza anti-nazista, le spie russe del KGB infiltrate nel programma americano, e le scelte politiche che portarono all’uso dell’atomica su Hiroshima e Nagasaki.

“La bomba atomica – sottolinea Massimiano Bucchi, autore del reading – non ha trasformato soltanto la politica e la società, ma ha mutato per sempre la percezione pubblica della scienza. Raccontare questa storia significa interrogarsi su cosa significhi oggi essere scienziati, cittadini, esseri umani”.

Il percorso narrativo si fonde con la musica in un viaggio emozionale e concettuale, in cui le note accompagnano e amplificano il racconto: dai brani originali di Stàlteri alle reinterpretazioni pianistiche di compositori come Franco Battiato, Brian Eno, Sting, Blondie, Ultravox, fino alle suggestioni minimaliste di Philip Glass.

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