Si è consumata mercoledì 22 ottobre l’ennesima tragedia sul lavoro in Trentino, con la morte di un autista di 46 anni travolto da una pala gommata che procedeva in retromarcia dopo essere sceso dal mezzo per chiudere le sponde del suo camion nell’area scarico rottame delle Acciaierie Venete di Borgo Valsugana.
Una notizia che ha suscitato profondo sconcerto e tanta rabbia tra le sigle sindacali dei metalmeccanici, Fiom, Fim e Uilm subito sul posto per seguire la situazione, e degli autotrasportatori, Filt, Fit e Uiltrasporti. “Certo, c’è il cordoglio e la vicinanza alla famiglia della vittima ma c’è anche la volontà di capire cosa e come è successo perché non si muore sul lavoro per fatalità, bisogna capire cosa è mancato per garantire la sicurezza di chi era al lavoro e stasera non tornerà a casa”, scrivono in una nota le sigle sindacali, che hanno deciso di proclamare 24 ore di sciopero (8 ore per ogni turno e giornata) venerdì 24 ottobre con presidio davanti all’acciaieria di Borgo dalle 7.30, mentre per tutti i lavoratori metalmeccanici del Trentino Fiom, Fim e Uilm sono state proclamate quattro ore di sciopero le prime 4 ore di venerdì 24 ottobre.
“Ogni volta si resta senza parole davanti ad una vita spezzata in questo modo. Si continua a morire di lavoro in Italia, tre morti al giorno, e nella nostra regione tristemente sopra la media nazionale ne abbiamo già avuti ad oggi 6 in Trentino e 10 in Alto Adige/Sudtirol. Non basta il rammarico però, serve un diverso approccio da parte delle imprese, dei lavoratori e delle istituzioni, non basta ottemperare agli obblighi burocratici, serve vigilare sull’effettivo rispetto delle norme di sicurezza, la messa a terra della formazione e serve che le istituzioni rafforzino le misure di controllo, unico vero deterrente. Prevenzione, formazione, controllo per fermare la strage sul lavoro”.
Uopsal e forze dell’ordine sono al lavoro per accertare la dinamica di quanto accaduto, l’auspicio è che si faccia chiarezza sul rispetto o meno delle norme in materia di salute e sicurezza e si accertino le eventuali responsabilità. “Ma come lavoratori non possiamo stare a guardare, bisogna reagire, tenere alta l’attenzione e pretendere sicurezza nei luoghi di lavoro”, concludono i sindacati, che a supporto della famiglia della vittima hanno avviato una raccolta fondi tra i lavoratori dell’acciaieria.