“Che una soluzione per le venti donne senza rifugio si sia trovata grazie alla collaborazione tra Comune di Trento e Terzo Settore è sicuramente un elemento positivo, ma è soluzione provvisoria ad un problema emergente e durerà una settimana in attesa che la Provincia trovi soluzioni stabili. Una Provincia che ormai scrive che le soluzioni vanno trovate senza rendere il Trentino ‘attrattivo’ per i migranti. Una precisazione che è uno schiaffo a chi lavora tutti i giorni in questo sistema, l’ennesimo esempio di discredito di un settore che impegna tanti lavoratori e tante associazioni”. Lo sottolineano Alberto Bellini (Fp Cgil), Fabio Bertolissi (Cisl Fisascat) e Stefano Picch (Uiltucs Trentino Alto Adige). “Eppure stiamo parlando di lavoratori, di persone che potrebbero colmare i vuoti nel turismo, nell’agricoltura, nei servizi, nell’industria. Persone che già oggi in gran parte lavorano regolarmente pur dormendo per strada. Il CPR da solo è un costo e non risolve nulla, anzi si riempirà immediatamente di migranti in attesa di rimpatrio provenienti da altri territori”.
I segretari di Fp Cgil, di Cisl Fisascat e di Uiltucs chiedono con forza che “si smetta di speculare sul problema e che lo si affronti”, chiedono alla Giunta “che si risponda alle loro richieste di incontro perché si possa riprogettare il sistema, anche, se si ritiene, nelle sue dimensioni securitarie, ma che si riallestisca un sistema di accoglienza funzionante e capace davvero di integrare persone di cui abbiamo bisogno. Un sistema che alleggerisca la pressione su chi oggi lavora nell’accoglienza e dia risposte che valorizzino le tante professionalità fin qui coinvolte”.