Il fiuto dei cani può contribuire alla diagnosi precoce di patologie come i tumori o le infezioni virali? La scienza risponde di sì, e oggi questa sorprendente capacità è al centro di una ricerca internazionale che unisce medicina, etologia e tecnologia, e che è portata avanti dall’Università di Milano e dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). A raccontarlo sarà la professoressa Mariangela Albertini, docente del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali dell’Università di Milano, protagonista del talk “Se ti fiuto ti aiuto”, martedì 4 novembre alle 20.45 al MUSE – Museo delle Scienze di Trento.
Il cane possiede un olfatto estremamente sviluppato, capace di riconoscere tracce odorose anche centomila volte meno concentrate rispetto a quelle percepibili dall’uomo. Alcune malattie, come i tumori o il Covid-19, alterano il metabolismo delle cellule e producono specifiche molecole volatili, vere e proprie impronte chimiche chiamate VOCs (composti organici volatili).
Grazie a un addestramento basato esclusivamente sul rinforzo positivo, i cani sono in grado di imparare a riconoscere queste “firme odorose” presenti in campioni di urina, sudore o aria espirata, distinguendo campioni sani da campioni patologici con livelli di accuratezza sorprendenti, in alcuni casi superiori all’80%. Gli studi condotti finora hanno dimostrato risultati particolarmente promettenti nel riconoscimento precoce del tumore al polmone e del tumore alla prostata, oltre che nella rapida identificazione di soggetti positivi al Covid-19 durante la pandemia.