Venerdì 7 novembre, alle 20.45, “Ad Alta Voce” proseguirà la sua prima stagione a Rovereto con lo spettacolo “Rita”, presso l’Auditorium Fausto Melotti.
Nasce come una tragicommedia che affronta con delicatezza e ironia il tema della difficoltà di lasciare andare chi amiamo. Interroga il significato della dignità nella vita e nella morte, ponendo domande scomode e profonde sulla legittimità di decidere per gli altri. Attraverso dialoghi e situazioni imprevedibili, Marta Buchaca ci conduce in un microcosmo intimo fatto di silenzi, fragilità, non detti e della costante ricerca di un equilibrio instabile.
Toni e Julia sono fratelli. Toni è impulsivo e abituato a cercare scorciatoie, Julia, invece, è insicura, restia a prendere decisioni definitive. Quando il veterinario consiglia di sopprimere il cane di Toni, Rita, i ruoli si ribaltano: Julia si rivela sorprendentemente determinata, mentre Toni si scopre vulnerabile. Questo cambiamento innesca un confronto ben più profondo, che coinvolge la madre dei due e fa emergere tensioni rimaste a lungo sopite.
A dare corpo ai personaggi sono Denis Fontanari e Monica Garavello, diretti da Alberto Giusta. Con RITA, il regista propone una lettura contemporanea e partecipata del lavoro di Buchaca, valorizzandone la forza emotiva e la sottile vena comica.
“Rita. Un nome semplice che racchiude la sorprendente imprevedibilità della vita e la delicata danza delle relazioni umane che ho cercato di catturare in questo meraviglioso viaggio teatrale. L’opera di Marta Buchaca mi ha conquistato per la sua capacità di affrontare temi profondi con una leggerezza disarmante, ed è stata proprio questa la sfida registica: far coesistere risate liberatorie e silenzi carichi di emozione, ilarità e riflessione – ha commentato Alberto Giusta – Ho immaginato uno spazio accogliente dove il pubblico potesse divertirsi ma anche sentirsi toccato dalla verità dei personaggi e dalle loro intricate dinamiche. Spero che questo spettacolo vi accarezzi l’anima con la stessa intensità con cui ha toccato la mia, lasciandovi un sorriso e una rinnovata consapevolezza della resistenza che ci permette di trovare gioia anche nelle pieghe inattese dell’esistenza.”
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