Bocciatura del terzo mandato, le reazioni in Consiglio provinciale

L’Aula del Consiglio provinciale di Trento. Foto (c) Gianni Zotta

Arrivano le prime reazioni alla bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, del disegno di legge che ha innalzato da due a tre il numero di mandati consecutivi per il presidente della Provincia di Trento.

Il suo promotore, il consigliere provinciale della Lega Mirko Bisesti, dice di prendere atto della decisione della Corte. “Al netto di questo, ribadiamo quella che è stata la nostra azione. Un’azione che riteniamo ancora nella legittimità dei confini e delle competenze della Provincia autonoma di Trento“, ha affermato Bisesti. “La maggioranza comunque c’è, è ampia e solida, e sta governando bene. Volevamo dare ai trentini – se, in maniera assolutamente democratica e trasparente, lo avessero voluto – la possibilità di poter eleggere per un terzo mandato il presidente della Provincia autonoma di Trento. Oggi questo non è possibile, perciò prendiamo atto della decisione”.

Di diverso avviso, da sempre, l’assessora alla cultura e all’istruzione Francesca Gerosa, in quota Fratelli d’Italia, che insieme al collega di partito, il consigliere provinciale Daniele Biada, aveva votato contro al disegno di legge in Consiglio provinciale. “Per noi non cambia niente – ha precisato -, continuiamo a lavorare e continueremo a lavorare come sempre abbiamo fatto in questi due anni”. Con il voto in Aula contro il terzo mandato, ha aggiunto Gerosa, “abbiamo voluto rappresentare la salvaguardia di diritti e di principi importanti. Evidentemente ci è stata data ragione, ma per noi non cambia nulla. Quel voto in Aula quel giorno non era un voto contro il presidente Fugatti. Il presidente Fugatti è e rimane il nostro presidente. E noi continueremo a lavorare in maggioranza come abbiamo fatto fino ad ora”.

Per l’Alleanza democratica autonomista (Ada), “la Corte Costituzionale ha messo la parola fine all’ennesima forzatura della Giunta provinciale: la legge sul terzo mandato è incostituzionale. Una bocciatura netta, che conferma ciò che l’Alleanza sostiene da mesi — questo provvedimento, nato solo per salvaguardare carriere personali e rendite di potere e certamente non per rispondere ai bisogni dei cittadini, alimenta narrative di un’Autonomia strumento di privilegio e non di responsabilità e gusto dell’autogoverno. La vicenda del terzo mandato ha tenuto il Trentino fermo per oltre un anno. Mentre la Giunta era impegnata a difendere se stessa e ad inventare scorciatoie per restare al potere, famiglie, imprese e lavoratori attendevano risposte concrete che non sono mai arrivate. Questa bocciatura è l’unico risultato possibile quando chi governa pensa solo a sé e non al bene comune. Eravamo pronti a sostenere il referendum abrogativo, ma la decisione della Corte Costituzionale ha messo fine a questa farsa e ripristinato la normalità costituzionale. Ora l’amministrazione provinciale torni a fare quello per cui è stata eletta: servire i trentini. Evitando di lanciarsi in nuovi velleitari tentativi di modificare le regole per salvaguardare le poltrone di qualcuno”.

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