È iniziata oggi, nel cuore dell’Amazzonia, la trentesima Conferenza delle Parti sul clima (COP30), che riunisce capi di Stato, delegazioni, organizzazioni e rappresentanti della società civile da tutto il mondo. Ospitata per la prima volta in una città amazzonica, la conferenza segna un momento cruciale per la politica climatica globale: la COP dell’implementazione e dell’accountability.
Dopo la decisione di uscire dai combustibili fossili sancita alla COP28 di Dubai, la creazione del Fondo per Perdite e Danni e l’obiettivo di finanza climatica fissato a 300 miliardi di dollari l’anno alla COP29 di Baku, la sfida ora è tradurre gli impegni in azioni concrete. La COP30 nasce con questo spirito: passare dalle negoziazioni all’attuazione, rafforzando la cooperazione tra Paesi, settori e comunità.

Tuttavia, l’atmosfera è più sobria del solito: alle discussioni preliminari sono arrivati molti meno leader, solo 70 in tutto. La mancanza dei leader di quattro delle prime cinque economie mondiali — Donald Trump per gli Stati Uniti, Xi Jinping per la Cina, Narendra Modi per l’India e Sanae Takaichi per il Giappone — priva la conferenza di un peso politico rilevante. Gli Stati Uniti, guidati da Trump, non invieranno neppure rappresentanti di alto livello alle riunioni principali, segnale di una ritirata diplomatica che pesa sulla credibilità del negoziato.
La giornata inaugurale ha posto l’accento su adattamento, città, infrastrutture, acqua, rifiuti, governi locali, bioeconomia, economia circolare, scienza, tecnologia e intelligenza artificiale: temi interconnessi per costruire resilienza climatica in ogni settore e territorio. “Ogni giorno punta a collegare le negoziazioni all’impatto reale, offrendo una piattaforma in cui attuazione, equità e urgenza si incontrano”, ha dichiarato André Corrêa do Lago, presidente designato della COP30.
Ma una grande spada di Damocle pende su Belém: la crescente competizione globale, economica e geopolitica rischia di tradursi in un nuovo assalto ai beni comuni del pianeta. È una minaccia ancora difficile da quantificare, ma che potrebbe avere conseguenze profonde proprio mentre il mondo tenta di dare al clima una risposta all’altezza della crisi.