La crisi climatica interroga tutti, l’appello di Leone alla COP30

La crisi climatica colpisce tutti e interroga tutti. “Le azioni correttive – dice l’appello di papa Leone alla Cop30 – devono coinvolgere governi locali, sindaci, governatori, ricercatori, imprenditori…”  per cui anche la Giornata indetta da Coldiretti a Storo domenica 16 novembre deve rappresentare un appuntamento prezioso per “spingere” le iniziative di conversione ecologica che papa Francesco ha richiesto dieci anni fa nella Laudato Si’ denunciando il grido del pianeta: “Queste situazioni provocano i gemiti di sorella Terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta“.

La Festa del Ringraziamento prevista in valle del Chiese a livello provinciale (nelle parrocchie si è celebrata domenica scorsa) va ben oltre l’offerta riconoscente all’altare dei cesti di un’annata positiva. Aiuta a prendere atto che – come scrive l’assistente ecclesiale di Coldiretti don Massimiliano Detassis – “nella nostra epoca digitale e artificiale la vita della collettività dipende da ciò che la terra e il lavoro dell’uomo producono” e impegna a considerare quel “nuovo paradigma di coltivazione” che custodisce il Creato, definito nell’esortazione  apostolica Laudate Deum: “Questa nuova visione dell’agricoltura deve basarsi su pratiche agro-ecologiche che valorizzino la terra senza sfruttarla oltre misura, rigenerando la fertilità e salvaguardando l’ambiente e la salubrità dei prodotti alimentari”.

La sapienza antica dei contadini che prevedeva “il riposo della terra”, una buona pratica giubilare forse poco annunciata in questo Anno Santo, va oggi abbinata alla previdenza degli imprenditori agricoli esposti ai rischi di emergenze climatiche più frequenti che impongono scelte di sostenibilità anche ambientale.

Alla vigilia della Festa di Storo esprime fiducia nella responsabilità del produttore agricolo un intervento della Rete Diocesana Custodia del Creato:  “Il nostro Trentino, con il suo paesaggio montano e la forte identità rurale, offre condizioni favorevoli per un’agricoltura che coniughi qualità e sostenibilità. Qui il lavoro dei campi – osserva il gruppo di lavoro diocesano – non è solo una produzione, ma un presidio ambientale che protegge il paesaggio, contribuisce alla mitigazione climatica e sostiene la biodiversità. È un ruolo che acquisisce valore strategico nell’attuale scenario di transizione ecologica”. La stessa Rete diocesana si rivolge a famiglie e singoli per ribadire l’educazione quotidiana all’ecologia integrale, fondamento per le “azioni correttive”, di cui ha parlato in Brasile il cardinale Parolin, perché “siamo ancora lontani dagli obiettivi fissati dall’Accordo di dieci anni fa”.

Fino al 21 novembre è importante prestare attenzione a quanto accade alla COP30 di Belem, la sede nella simbolica Amazzonia brasiliana, dove si cercherà di salvare l’obiettivo di mantenere l’aumento del riscaldamento globale entro l’1,5° C fissato a Parigi.

Come ci sta raccontando sul sito di Vita Trentina la nostra collaboratrice Viola Ducati, confidiamo che la “diplomazia climatica” riesca a ottenere i risultati che alla vigilia molti sembrano voler assicurare. Il fatto è che la scelta – se non si interviene subito con i correttivi – diventa decisiva per la casa comune. Altrimenti avremo danni irreversibili.

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