L’Associazione Trentina Malati Reumatici festeggia i 30 anni

L’Associazione Trentina Malati Reumatici (ATMAR) ha festeggiato i 30 anni di attività con un convegno presso il Grand Hotel Trento, organizzato in collaborazione con l’Unità operativa complessa di reumatologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento.

Le patologie reumatiche colpiscono il 10-12% della popolazione trentina e italiana. Tra le azioni più significative portate avanti dall’ATMAR insieme all’ospedale di Trento, ha ricordato la presidente Lucia Innocenti, ci sono “il finanziamento di borse di studio, progetti di sostegno psicologico, donazione di apparecchiature e l’organizzazione di corsi di attività motorie. ATMAR si è sempre distinta per la capacità di coniugare l’ascolto delle persone con una visione di sistema”.

La presidente onoraria, Annamaria Marchionne, ha tracciato la storia trentennale di ATMAR, nata nel 1995 grazie alla lungimiranza del dott. Patrizio Cacciani e del dott. Luciano Girardi (quest’ultimo anche malato reumatico). La loro visione era quella di assicurare assistenza specialistica in Trentino, ponendo fine ai “viaggi della speranza” dei pazienti verso altre regioni.

Grazie alla tenace azione di volontariato e all’interlocuzione costante con le istituzioni, ATMAR ha svolto un ruolo fondamentale per la nascita dell’Unità operativa di reumatologia dell’ospedale Santa Chiara, istituita nel 2007 sotto la guida del dott. Giuseppe Paolazzi.

Il dottor Lorenzo Leveghi, direttore facente funzione dell’Unità operativa di reumatologia del Santa Chiara, ha evidenziato l’evoluzione del panorama clinico: “Il Trentino segue l’andamento italiano, dove le malattie reumatiche colpiscono circa 5 milioni di persone. Negli ultimi trent’anni abbiamo visto un aumento del 120% delle diagnosi, grazie a una migliore capacità diagnostica e al fatto che i pazienti, seguiti meglio, vivono di più. Se parliamo di artrite reumatoide, che è la malattia più rappresentativa, in Trentino abbiamo circa 300 nuovi casi all’anno, su circa 3000 pazienti che seguiamo. Fattori come il fumo, la ridotta attività fisica e l’obesità incidono sullo sviluppo, ma negli ultimi trent’anni abbiamo anche assistito a un aumento incredibile delle terapie a disposizione, sempre più raffinate. Questo ci fa guardare al futuro con fiducia”.

vitaTrentina

Got Something To Say?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

vitaTrentina