Aperto il disegno di legge popolare per una prima legge provinciale sul suicidio medicalmente assistito. La Terza Commissione presieduta da Maria Bosin ha aperto tecnicamente l’esame del disegno di legge 67/XVII, d’iniziativa popolare, presentato per proporre di disciplinare le modalità organizzative – requisiti, ruoli, procedure, tempi – per l’attuazione di quanto disposto dalla Corte Costituzionale con sentenze del 2019 e poi del 2024 in tema di suicidio medicalmente assistito. Il comitato promotore doveva raccogliere almeno 2.500 firme di cittadini elettori in calce alla proposta e ne ha depositate infine il 3 ottobre scorso a palazzo Trentini oltre 7mila. L’articolato si ispira anche alla legge regionale della Toscana ed altre.
Nell’attesa di un intervento legislativo dello Stato sul delicato tema del fine vita volontario, si ritiene di poter agire sulla scorta della giurisprudenza della Consulta, che ha escluso responsabilità penali connesse al suicidio medicalmente assistito.
Oggi in Commissione a presentare il testo era presente Fabio Valcanover, primo proponente per conto del Comitato trentino liberi subito (associazione Luca Coscioni). “La Provincia – ha detto – non ha certo competenza legislativa in materia penale, ma il legislatore provinciale può colmare un vuoto normativo nazionale per stabilire le modalità operative con cui attuare una pratica oggi non più reato (per effetto di pronunce della Consulta, che non sono revocabili in peius). Abbiamo scritto un testo prettamente tecnico che esercita le competenze legislative concorrenti dell’Autonomia. Se lo Stato dovesse attivarsi nel prossimo futuro, credo sarà possibile un coordinamento tra le norme nazionali e quelle eventualmente approvate dal Consiglio provinciale. Normare significa evitare che solo chi ha le possibilità economiche possa accedere al suicidio medicalmente assistito”.
A domanda della presidente Bosin sulle forme di pubblicità dell’iter di esame del ddl 67/XVII, l’avvocato Valcanover ha fatto sapere che si chiederà l’audizione pubblica organizzata dal Consiglio provinciale e prevista dalla normativa sulle iniziative legislative popolari. Si auspica anche la pubblicità completa dei lavori di Commissione e un’ampia possibilità di audizione e consulenze dei soggetti interessati al tema.