Protesta dei lavoratori del call center di Dolomiti Energia contro il nuovo appalto

Nuova protesta delle lavoratrici e dei lavoratori del call center di Dolomiti Energia, che lunedì primo dicembre hanno incrociato le braccia per otto ore e portato le ragioni del loro sciopero sotto la sede della società, in via Fersina. L’obiettivo è fermare il nuovo appalto che, così come è stato definito, porterà alla cancellazione di 34 posti posti di lavoro in Trentino e all’abbassamento dei salari delle lavoratrici impiegate nella attività di call center.

Il bando prevede, infatti, che tra un anno l’attività gestita oggi in Trentino venga trasferita a una azienda di fuori provincia che applicherà il CCNL Telecomunicazioni, senza che sia stato imposto all’azienda appaltatrice cui andrà il lavoro alcun impegno per il mantenimento occupazionale e salariale nei confronti di chi svolge l’attività oggi.

“Società – ha ricordato il segretario della Fiom Michele Guarda – che è controllata da soggetti pubblici, cioè i comuni di Trento e Rovereto accanto alla Provincia, che ha bilanci floridissimi grazie allo sfruttamento dell’acqua, che è un bene pubblico. Dimostrare responsabilità sociale sarebbe il minimo. Invece si compie una scelta al ribasso, sul piano economico e delle tutele. Per noi è inaccettabile”.

Fiom ha già chiesto un incontro con il presidente della Giunta provinciale, Maurizio Fugatti, e il vicepresidente Achille Spinelli. Interlocuzioni ci sono già state con il Comune di Trento.

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