Monsignor Tisi: “La storia silenziosa e quotidiana di Maria, che genera vita, continua ad andare in onda”

Nel pieno dell’Avvento, la Chiesa trentina ha celebrato la solennità dell’Immacolata Concezione, richiamando l’attenzione sulla Giornata del Seminario, occasione per ricordare il dono dei sacerdoti e per pregare per nuove vocazioni.

In mattinata l’arcivescovo Lauro Tisi ha presieduto a Denno, in Val di Non, la celebrazione che ha segnato la conclusione dei lavori di restauro della chiesa parrocchiale dedicata ai santi Gervasio e Protasio. Una comunità in festa, raccolta attorno al suo edificio più evocativo, riportato alla bellezza originaria nelle superfici interne, lapidee e decorate, della navata centrale, delle navate laterali e del presbiterio.

Alla sera dell’Immacolata monsignor Tisi ha presieduto la Messa nella basilica cittadina di Santa Maria Maggiore. Nell’introduzione, l’Arcivescovo ha invitato la comunità a guardare a Maria come a colei che indica la “gioia di una vita consegnata” ed ha ricordato che “mettersi totalmente a disposizione per il Regno di Dio non è una mortificazione ma una chance di gustare la vita”. Don Lauro ha offerto anche una testimonianza personale: “Dopo tanti anni che sono prete, non mi sono mai sentito ‘fregato’ da Dio: il ministero è per me un’opportunità bellissima di assaporare la bellezza del Regno, perché ti permette di vedere nelle persone la bellezza dell’azione di Dio”.

Nell’omelia l’Arcivescovo ha descritto davanti ai tanti fedeli in basilica una fotografia drammatica del momento presente: “I droni distruggono case, uccidono bambini e portano devastazione nei cieli d’Europa; le armi, che non mancano mai in terra africana, cancellano popolazioni e villaggi; Sudamerica e Haiti in particolare non conoscono un istante di pace”. Un mondo nelle mani di “potenti colmi di un ego senza confini, che manipolano la realtà con narrazioni bugiarde e fake news elevate a sistema, mentre l’opinione pubblica, distratta e assuefatta, vive come nel Vangelo di domenica scorsa: mangiavano, bevevano, dormivano, andavano in vacanza, senza accorgersi che la morte avanzava”.

Dentro questo scenario, però, Tisi ha indicato una soglia di luce: la storia silenziosa e quotidiana di chi, come Maria, genera vita. Ha descritto la vicenda della donna di Nazaret come una pagina che “continua ad andare in onda” oggi, nelle tante Nazaret della storia e nelle nostre città: nei volti di uomini e donne che, sfidati dalla realtà, scelgono l’esodo da sé, si prendono cura degli altri, vivono per gli altri”. L’Arcivescovo ha indicato, in questa trama di bene, la presenza di una bellezza particolare: “C’è una bellezza nascosta che continua a toccare il cuore degli uomini e delle donne: la bellezza di chi sceglie il perdono, il sorriso, la tenerezza, ricordando l’esempio di don Pino Puglisi. Una bellezza che abita la vita quotidiana, nelle case, nei luoghi di lavoro”.

Dentro queste Nazaret, Tisi ha riconosciuto anche i seminaristi, i novelli preti, i giovani che immaginano una vita spesa per il Regno: vite “altre”, spesso disprezzate come vite buttate, ma che mostrano, con la loro esistenza donata, che Dio basta davvero, come testimoniava santa Teresa d’Avila: “solo Dio basta”.

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