L’originale presepio allestito davanti alla chiesa del Santissimo in corso Tre Novembre a Trento suggerisce quest’anno il confronto fra la speranza cristiana della notte di Betlemme con la speranza “tecnologica” data oggi dalle potenzialità dell’intelligenza artificiale. Ecco quanto scrivono i curatori dell’Associazione Oratori Santissimo e Sposalizio a commento del presepe che presenta le sagome di due umanoidi ed è introdotto dall’offerta tipica di Chapt Gpt: “Hai bisogno di altri suggerimenti?”.
“Nel silenzio della notte di Betlemme Dio entra nella storia nei panni di un bambino, rivelando che il cuore della salvezza non sono il potere, l’efficienza e il controllo, ma l’amore gratuito, la semplicità, la fiducia. Dio non viene al mondo per portare soluzioni immediate, per imporre la sua potenza o per promettere efficienza. Viene al mondo per insegnarci che la speranza non nasce dal controllo, ma dall’abbandono; non dalla forza, ma dalla fragilità; non dalla manipolazione ma dalla cura; non dal fare, ma dall’essere amati”.
Continua la riflessione: “0ggi siamo sempre più attratti da promesse di speranza che provengono dalla tecnica: l’intelligenza artificiale promette di alleviare la fatica, di curare meglio le malattie, di accedere ad ogni tipo di informazione, di costruire un futuro più giusto. Nell’orizzonte della storia accanto alla speranza cristiana si fa sempre più spazio quella tecnologica. La prima guarda all’eterno, alla trasformazione del cuore e alla promessa che il dolore e la morte non avranno l’ultima parola. La seconda guarda al futuro, alla trasformazione della realtà, alla promessa che il dolore cesserà. La prima indica che non siamo soli, la seconda che possiamo fare tutto se rimaniamo umani. L’intelligenza umana è in grado di creare strumenti sempre più potenti, capaci di apprendere, calcolare, prevedere, definire orizzonti di speranza. Ma questa speranza, se non è veritiera, può diventare illusione; se non è orientata, può smarrire l’uomo. Il rischio di una così grande quantità di dati è quello di conoscere tutto ma non capire più niente; di ricordare tutto, ma dimenticarne il senso; di trovare tutto, ma non sapere più cosa cercare. C’è un’intelligenza artificiale dal volto umano, che opera al servizio del bene comune, che si ispira a criteri etici e promuove la dignità umana, rendendo più efficaci e rapidi numerosi servizi. Ma ci sono anche forme di intelligenza artificiale autoreferenziali e manipolative, dominate da logiche di efficienza, di controllo e di profitto, capaci di condizionare opinioni e scelte. Tali algoritmi rischiano di ledere la dignità umana, le libertà e le relazioni sociali, perché, invece di affiancare e potenziare l’uomo, finiscono per manipolarlo e sostituirlo. In questo Natale il figlio di Dio si fa uomo anche per smascherare il frutto dell’ingegno umano che si fa Dio”.
“La venuta di Gesù bambino – proseguono i volontari dell’Associazione Oratori Santissimo e Sposalizio – ci ricorda che l’uomo è in grado di usare l’intelligenza senza perdere il cuore, di creare senza dominare, di innovare senza escludere, di cercare il futuro senza dimenticare il passato. Ci ricorda che ci sono aspetti fondanti della vita umana, che l’intelligenza generativa non sarà mai in grado di generare. Ci ricorda che, di fronte a strumenti di controllo e di condizionamento sempre più potenti, è necessario avere cuori saldi, orientati alla giustizia, alla pace e alla promozione umana, perchè il vero progresso non è crescere in potenza, ma crescere in umanità”.