Inaugurata la Casa della Comunità di Malè

È stata inaugurata martedì 23 dicembre la Casa della Comunità di Malè, che servirà i 13 Comuni della Val di Sole, per una popolazione di oltre 15.500 abitanti, e si colloca in un contesto particolarmente favorevole alla sperimentazione di modelli avanzati di integrazione sociosanitaria. In un unico ambito territoriale convivono infatti una Casa della Comunità, una Comunità di Valle, un Servizio socioassistenziale e una Aggregazione funzionale territoriale della medicina generale, poggiando su una storia consolidata di collaborazione tra servizi sanitari e sociali, sviluppata anche attraverso progetti e percorsi di comunità già attivi sul territorio. La particolare conformazione geografica della valle ha favorito lo sviluppo di una rete territoriale diffusa. In questo quadro si inserisce anche la valorizzazione del Punto socio sanitario territoriale di Pellizzano, che affianca la Casa della Comunità di Malè e ospita ambulatori di medicina generale e pediatria di libera scelta, continuità assistenziale, servizi infermieristici, riabilitazione, salute mentale, assistenza sociale e una postazione del 118. La prossimità è garantita anche da una rete di ambulatori dei medici di medicina generale distribuiti sul territorio.

La struttura di Malè ospita le funzioni tipiche di una Casa della Comunità, a partire dal Punto unico di accesso (PUA), che rappresenta la porta di ingresso unitaria ai servizi sanitari e sociali, con attività di accoglienza, orientamento, supporto amministrativo, valutazione dei bisogni e avvio della presa in carico, in raccordo con la Centrale operativa territoriale e con il numero unico 116117. Sono presenti i servizi di assistenza primaria, con i medici di medicina generale organizzati in AFT, i pediatri di libera scelta e la continuità assistenziale, affiancati da servizi di diagnostica di basespecialistica ambulatorialeservizi infermieristici e servizi amministrativi. La struttura ospita inoltre i servizi sociali, rafforzando l’integrazione tra ambito sanitario e sociale. All’interno della Casa della Comunità trovano spazio anche servizi di riabilitazionesalute mentale, le attività consultoriali, nonché le funzioni di prevenzione e promozione della salute del Dipartimento di prevenzione, inclusi screening e attività vaccinali. Un ruolo centrale è svolto dagli infermieri di famiglia e di comunità, che operano in stretta connessione con i medici e i servizi territoriali per la presa in carico delle persone con patologie croniche, fragilità o bisogni assistenziali complessi, valorizzando anche le risorse della comunità. Particolare attenzione è infine riservata alla medicina turistica, considerata la rilevanza dei flussi presenti sul territorio: a fronte di una popolazione residente di circa 15.500 abitanti, la presenza turistica media supera le 8.000 persone.

Ad entrare nel dettaglio delle attività e dei servizi della Casa della Comunità e a tracciare il cammino che darà piena operatività al percorso partecipativo di costruzione della Casa di Comunità è stata la direttrice sanitaria di Apss Denise Signorelli: «Con questa inaugurazione si valorizza un territorio ricco di risorse e di collaborazioni già consolidate. La Casa della Comunità è già un punto di riferimento aperto alla comunità, non una struttura chiusa, pensata per integrare servizi, professionisti e reti territoriali. Oggi inauguriamo quanto il PNRR ha reso possibile sul piano infrastrutturale e funzionale, all’interno di un percorso avviato nel 2023 e che proseguirà nei prossimi mesi con lo sviluppo organizzativo dei servizi, sulla base delle indicazioni nazionali e del documenti aziendali approvati recentemente. La Casa della Comunità rappresenta il nodo centrale di una rete che mantiene come valori fondamentali la prossimità e la capillarità: accanto ai servizi e alla diagnostica presenti a Malè restano pienamente integrati i presidi territoriali come Pellizzano e gli altri ambulatori della valle. Il prossimo passo sarà il consolidamento del modello, anche attraverso l’avvio di un tavolo permanente con il territorio e il terzo settore, per costruire insieme nuove progettualità a favore della salute della comunità».

Daniela Zanon, direttrice delle Cure primarie del distretto nord ha evidenziato alcune peculiarità del territorio, dove da tempo si coltiva l’integrazione come valore strategico: «La distanza dagli ospedali ha spinto questo territorio a sviluppare una vera integrazione tra professionisti e servizi, resa possibile anche grazie alla forte volontà delle amministrazioni locali e alla collaborazione con il servizio sociale. La Casa della Comunità di Malè rappresenta un modello concreto di sanità di prossimità, con una presenza articolata di servizi che va dalla medicina di famiglia ai servizi infermieristici, dalla riabilitazione alla specialistica, fino alle attività amministrative, psicologiche e di neuropsichiatria infantile. Accanto all’assistenza, un ruolo importante è svolto anche dai numerosi progetti di promozione della salute, realizzati in collaborazione con il volontariato, che rafforzano il legame tra servizi sanitari e comunità locale».

«L’apertura della Casa della Comunità di Malè – ha dichiarato il direttore generale Antonio Ferro – rappresenta il coronamento di un disegno avviato in Trentino già negli anni scorsi, che oggi trova piena attuazione nel quadro delle indicazioni del DM 77, declinate attraverso un modello trentino che introduce elementi di novità anche rispetto al contesto nazionale. Questo risultato è stato possibile anche grazie al lavoro congiunto con l’Assessorato e a un accordo particolarmente innovativo con la medicina generale, il primo di questo tipo in Italia, che consente una riorganizzazione delle Associazioni funzionali territoriali (AFT) e favorisce il lavoro integrato dei medici. Un altro elemento centrale delle Case della Comunità è la forte integrazione con l’area sociale, sempre più rilevante in una società che cambia e che vede un progressivo aumento dell’età media della popolazione. Il Trentino è un territorio longevo, grazie a un sistema sanitario efficiente e a corretti stili di vita, ma questo comporta anche un aumento dei bisogni assistenziali. La Casa della Comunità – ha concluso Ferro – non è quindi solo una struttura, ma un vero modello organizzativo al servizio delle persone».

«L’apertura della Casa della Comunità di Malè – ha dichiarato il direttore generale del Dipartimento salute Andrea Ziglio – si inserisce nel più ampio percorso di riordino dell’assistenza territoriale e rappresenta un cambio di paradigma nella presa in carico: non più solo il singolo, ma la famiglia e l’intera comunità, con un approccio centrato sulla persona e non solo sulla malattia. La territorialità, intesa come prossimità e come rete di servizi integrati, è un elemento chiave di questo modello, che punta a rafforzare l’integrazione tra sanità e sociale, tra sanità e terzo settore e tra professionisti. Sempre nell’ottica dell’integrazione territoriale si inserisce anche la nuova Asuit che non sarà un’azienda centrata su un policlinico, ma un’azienda unica e integrata, capace di portare innovazione e ricerca anche nei nodi più periferici della rete. L’innovazione è il motore del progresso e rappresenta anche un fattore di attrattività, insieme al rinnovo dei contratti del comparto e della dirigenza medica, fondamentali per rendere il nostro sistema sanitario competitivo e attrattivo per i professionisti. Un ruolo centrale è infine svolto dalla prevenzione e dalla promozione della salute: intervenire prima della malattia è una scelta strategica e necessaria per garantire la sostenibilità futura del servizio sanitario pubblico».

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