Il “fiore d’oro” ci ricorda i nostri cari defunti

Crisantemo in vaso (foto G. Michelon)

Il “fiore d’oro” molto conosciuto e coltivato in tutti i continenti, in questo periodo dell’anno è protagonista indiscusso. Il suo nome deriva dalle parole greche Chrysos (oro) e Anthemon (fiore): Chrysanthemum.

Lo possiamo ammirare con le sue infiorescenze a forma di dalia, di zinnia o margherita, rigonfie a palloncino o a forma di pompon, con corolle larghe o sottili, petali lunghi o corti, rivolti all’insù o ripiegati…per non parlare delle innumerevoli sfumature di colori.

Il crisantemo appartiene alla famiglia delle Asteracee, è una pianta erbacea perenne con steli ramificati, foglie di colore verde scuro fortemente aromatiche, infiorescenze a capolino.

Richiede sole pieno, pur tollerando un po’ di ombra. E’ una pianta rustica, la sua resistenza al freddo diminuisce in caso di elevata umidità del terreno o atmosferica.

È caratterizzato da fotoperiodo brevidiurno, ossia è una pianta fotosensibile: in particolare passa dallo stadio vegetativo a quello generativo quando la lunghezza del giorno diventa inferiore alle 14 ore; lo sviluppo del bottone fiorale avviene quando la lunghezza del giorno scende sotto le 13 ore. I floricoltori possono condizionare l’induzione a fiore programmando l’alternanza di ore luce e buio.

Oggi la sua coltivazione è molto diffusa per produzioni di fiore reciso, oppure come pianta da vaso o ciotola. In coltivazione necessita di operazioni di cimatura per ottenere piante ricche di fiori e ben accestite, e di sbottonatura per ridurre il numero di fiori ed aumentarne la dimensione. L’intensità luminosa condiziona la lunghezza degli internodi e di conseguenza lo sviluppo in altezza.

Non dimentichiamo però che il suo utilizzo nasce come pianta da orto o giardino per abbondanti fioriture nel periodo settembre/novembre. Se coltivato in aiuola è utile ogni 2-3 anni effettuare la divisione del cespo nel periodo marzo/aprile con lo scopo di ringiovanire la pianta. Il crisantemo si riproduce con facilità per taleaggio, prelevando i rametti lunghi 6-12 cm in aprile/maggio e facendoli radicare.

Il crisantemo era coltivato in Cina al tempo di Confucio nel 500 a.C., amatissimo e considerato il “simbolo della vita”. Nel 400 d.C. si diffonde in Giappone mantenendo lo stesso significato e diventando l’emblema della Casa Imperiale Giapponese. In Europa ha una larga diffusione solo a partire dal 1800.

In Italia in breve tempo la popolazione elegge questo nobile fiore quale simbolo per celebrare e ricordare i propri cari defunti, accostando il fatto che alle nostre latitudini l’epoca di fioritura naturale corrisponde al periodo della festività dei Santi. Nei giorni della malinconia alziamo lo sguardo e lasciamoci accarezzare dalle pennellate di colore di questo fiore d’oro.

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