Circonvallazione, il percorso alternativo della Rete dei cittadini: “Ecco perché si può fare in Destra Adige”

Trivelle in località Acquaviva a Mattarello. Foto © Gianni Zotta

“Una circonvallazione, per definizione, non dovrebbe attraversare la città, mentre il tracciato immaginato da Rfi, sbucando allo scalo Filzi, attraversa Trento fino all’Interporto”. Lo ha studiato nei dettagli il progetto del Bypass ferroviario, l’ingegner Mario Perghem Gelmi, prima di proporre alle istituzioni, con la Rete dei Cittadini di cui fa parte, un passaggio alternativo – e meno impattante – in Destra Adige. La proposta per ora non ha trovato sponde, ma in attesa di valutazioni tecniche più approfondite, la Rete dei Cittadini continua a credere nella possibilità di cambiare decisioni che appaiono già prese.

Perghem Gelmi, l’apertura di un dibattito serio sul tema è già una piccola prima vittoria?

Non valutare la nostra ipotesi sarebbe stato un grave errore. È sempre passato il messaggio che il progetto in Destra Adige, ai tempi, era stato cancellato per via di grossi problemi, che però riguardano una parte di tracciato che noi non prendiamo neanche in considerazione. Le criticità erano tutte a nord della città, mentre con l’analisi che abbiamo fatto è evidente che i problemi paventati all’epoca sicuramente non riguardano il tratto della circonvallazione di Trento.

Che voi proponete di fare tutto in galleria…

Sì, nel fianco della montagna, quindi sotto il Bondone, entrando di fronte all’Interporto per sbucare a Calliano sud. Sarebbe una galleria obiettivamente più lunga: 19 chilometri contro i 12 della Circonvallazione est, ma la differenza sostanziale è che il progetto attuale non tiene conto di quello che succede poi a valle, verso sud. Noi invece, bypassando tutta la campagna che va da Acquaviva fino a Calliano sud, salvaguardiamo il terreno agricolo e mettiamo in sicurezza anche quella zona, che nel progetto di Rfi verrà nuovamente sconvolta, dopo tutta una serie di opere che sono state fatte come il depuratore e la tangenziale, con il raddoppio della Ferrovia del Brennero fino a Rovereto nord, per 12 chilometri. Questo significa l’esproprio di altre decine di ettari, con l’aggravamento dell’impatto acustico e paesaggistico notevolissimo.

Come vi aspettate che possa procedere la discussione?

I nostri avi, piaccia o non piaccia, nel 1858 hanno cambiato il corso del fiume Adige per fare la nuova ferrovia, e questa nuova opera mi auguro che abbia se non la stessa vita, almeno 80-100 anni di validità. Per questo una società come la nostra deve prendersi anche 6 mesi in più di pausa di riflessione e valutare bene tutti i pro e contro. Noi abbiamo 20 punti qualificanti della nostra proposta, mentre nel progetto di Rfi vediamo tante criticità sul tessuto urbanistico di Trento. Il fatto che solo adesso si inizi a spiegare cosa succederà non è molto corretto, anche perché molti cittadini hanno capito solo negli ultimi mesi l’impatto che l’opera avrà sulla loro vita.

L’INTERVISTA COMPLETA SUL NUOVO NUMERO DI VITA TRENTINA

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