Piccolo, schivo pettirosso. Ma non fatelo arrabbiare…

Pettirosso

Negli ecosistemi rurali ed urbani in questo periodo dell’anno c’è un piccolo e graziosissimo attore che salta agli onori della cronaca. Chi ha la fortuna di passare tempo all’aperto avrà avuto occasione di farne conoscenza.

Dotato di corpo rotondetto e grandi occhioni, le sue misure sono 14 cm circa di lunghezza ed un peso di 20 gr. Possiede una personalità spiccata ed un caratterino piuttosto impegnativo che, contrariamente alle apparenze, lo porta ad essere litigioso e prepotente con i suoi simili, alle volte pure violento.

Eppure ha una voce incredibile: il suo canto melodioso venne imitato da Fryderyk Chopin nella composizione “Grande polonoise brillante” scritta fra il 1830 e il 1835.

Diffuso in tutta Europa, è amatissimo dal popolo inglese dove viene chiamato “Robin”.

Parliamo del Pettirosso, appartenente all’Ordine dei Passeriformi, nome latino Erithacus Rubecula (abitante dei rovi).

Nella maggior parte dell’anno è schivo e riservato, sempre pronto a nascondersi tra cespugli intricati per ripararsi dagli sguardi indiscreti di noi umani. In inverno però tutto cambia. Appare particolarmente socievole, sgambetta e vola vicino a uomini ed animali con estrema scioltezza. Sempre alla ricerca di cibo è come non avesse paura di nulla e cercasse vicinanza.

E’ un uccellino stanziale, ma al giungere dei primi freddi cala dai monti per ripararsi nei fondovalle o a latitudini più temperate, arrivando a percorrere distanze anche superiori ai 100 km con i suoi 20 cm di apertura alare.

Ogni individuo occupa il territorio scacciando con notevole aggressività i suoi simili ed altri uccelli come passeri, merli e cince.

Ai primi segnali di primavera scompare improvvisamente così come era apparso, ritornando a popolare le pendici delle montagne e colline.

Nidifica nei buchi o nelle spaccature di alberi, ai piedi delle siepi, nell’edera o anche in vecchi oggetti lasciati dall’uomo. Il nido ha la forma di una tazza perfettamente tonda costruita con muschio, licheni, erba e foglie secche.

Nei periodi di nidificazione ha una dieta molto proteica a base di insetti. La sua tecnica per procacciare il cibo è ben adattata sia alla vegetazione densa sia agli spazi aperti di ambienti naturali o antropizzati, e si basa sull’attenta osservazione. D’inverno fa di necessità virtù, diventa in parte frugivoro: si ciba di bacche, semi e frutti marcescenti…e poi se ha la fortuna di trovare qualche umano pietoso… si mangia pure grandi leccornie.

Sono molte le tradizioni popolari legate a questo uccelletto. Nella tradizione cristiana si racconta che la sua macchia rossa sul petto sia dovuta ad una goccia di sangue lasciata cadere mentre l’uccellino intenerito dalle sofferenze tentava di strappare una spina dal capo di Gesù Cristo in croce….

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