“Almeno i nomi (e i volti)”. La mostra itinerante in ricordo dei deportati trentini approda a Trento

Erano persone comuni, vennero deportate e rinchiuse nei Lager o nei penitenziari, a scontare non solo la “colpa” della resistenza organizzata, ma anche un semplice atto di solidarietà, una parola di troppo, una fede coerente con i Vangeli o un credo diverso da quello cattolico, la renitenza e la disobbedienza civile, un furto veniale, un’amicizia o un’inimicizia, una parentela o, addirittura, un’omonimia. Che si sappiano “Almeno i nomi (e i volti)”. 

Dall’Urban Center di Rovereto, al chiostro del municipio di Borgo Valsugana e a Castel Ivano, il memoriale dedicato ai “Civili trentini deportati nei Lager del Terzo Reich e di Bolzano” continua il suo viaggio e approda a Trento: la mostra fotografica verrà inaugurata mercoledì 23 febbraio, alle 17.30, nella sala della Fondazione Caritro in via Calepina 1, dove rimarrà esposta fino al 4 marzo (lunedì-venerdì 15-18 e sabato e domenica 10-18, ingresso libero). 

La mostra itinerante è un omaggio alle esistenze di 212 trentini e trentine deportati fuori dall’Italia, e dei 159 deportati al campo di concentramento di Bolzano, negli ultimi tragici anni della seconda guerra mondiale, quando il Trentino cadde sotto il dominio del Terzo Reich. Accompagnata da una pubblicazione dal titolo omonimo del 2013, l’esposizione offre la ricostruzione di schede biografiche frutto del lavoro del Laboratorio di Storia di Rovereto e Associazione culturale Mosaico di Borgo Valsugana, ed è promossa da Comunità dell’Alta Valsugana e Bersntol e Comunità della Valsugana e Tesino, insieme ad ANPI-Sezione “Angelo Bettini” di Rovereto e Arci del Trentino, con il sostegno del Comune di Rovereto.

«In questo memoriale – spiega il Laboratorio di Storia di Rovereto – è racchiusa la ragion d’essere più profonda di un lavoro di ricerca storica che da sempre si realizza in atti concreti di conoscenza, restituzione, compassione. Qui sono depositate le storie di 210 uomini e donne del Trentino fatti prigionieri e deportati nei lager del III Reich a scontare, da vittime sacrificali non sempre consapevoli di esserlo, la colpa collettiva di una guerra fratricida. Donne e uomini che le ragioni della Storia hanno straziato ed espulso dal futuro. Riemergano ora, qui, attraverso i loro nomi e i loro volti. Questo memoriale, come dice il poeta-prigioniero, non è frutto “di rappresaglia o rancore, ma d’inflessibile memoria”. Perché il ricordo delle vittime non svanisca, e con esso non svanisca il ricordo del male».

Sul sito labstoriarovereto.it si può consultare il database, che comprende alcuni nominativi di deportati nati fuori dal Trentino, ma di famiglia trentina o comunque residenti nel Trentino al momento della deportazione. Le schede con i loro nomi, i dati biografici e le fotografie sono state raccolte anche nel volume con il titolo “Almeno i nomi. Civili trentini deportati nel Terzo Reich. 1939-1945”, voluto dalla Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento e consegnato ai famigliari dei deportati. La presentazione del volume è avvenuta a Trento il 19 aprile 2013 alla presenza di diverse decine di familiari, che si ritrovavano per la prima volta uno a fianco dell’altro, scoprendo le dimensioni collettive di una tragedia che finora era rimasta custodita solo nei rispettivi ambiti familiari.

È possibile organizzare visite guidate rivolte alle scuole anche al di fuori dell’orario di apertura, scrivendo una mail a labstoriarov@gmail.com o a rovereto.anpi@gmail.com, oppure telefonando ai numeri 370.3672155 e 338.6496068. 

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