“Ho scalato un ideale”, il libro VT su Armando Aste vince la “Menzione speciale Trentino” al Premio Itas

Ho scalato un ideale, la biografia di Armando Aste (ed. Vita Trentina)

Sono stati svelati i 5 libri finalisti della 48° edizione del Premio ITAS del Libro di Montagna 2022, tra i quali la giuria ora è chiamata a decretare il vincitore assoluto, che sarà proclamato durante la serata di Premiazione in programma il 30 aprile alle ore 18 presso la Sala rappresentanza del Comune di Trento.

A contendersi l’ambito premio saranno “Cervino. La montagna leggendaria” di Hervé Barmasse, Rizzoli, per la sezione “Alpinismo e sport di montagna”; “Sentiero Italia CAI“, a cura di Francesco Cappellari, Idea Montagna, per la sezione “Guide e mappe”; “Il pianeta di Greta“, di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro, Einaudi, per la sezione “Libri per ragazzi”; “Giù in mezzo agli uomini. Vita e morte di Guido Rossa“, di Sergio Luzzatto, Einaudi, per la sezione “Ricerca e ambiente”; “Il cercatore di luce“, di Carmine Abate, Mondadori, per la sezione “Vita e storie di montagna”.

Ottime notizie anche per “Ho scalato un ideale. Armando Aste, uomo e alpinista“, di Maurizio Gentilini, edito da Vita Trentina editrice, che è stato proclamato vincitore della “Menzione speciale Trentino”.

Aste è stato uno dei protagonisti della storia dell’alpinismo, in particolare quello dolomitico e patagonico, tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento. Per il livello delle sue imprese – frutto di personalità e doti atletiche fuori del comune, di coraggio, intuizione ed equilibrio interiore – è considerato uno dei più importanti scalatori su roccia di tutti i tempi. Accademico del CAI e membro di vari sodalizi alpinistici italiani e internazionali, insignito di numerosi premi e onorificenze alla carriera, per la sua attività di scrittore e per il suo impegno civile.

Il libro di Gentilini vuole descrivere la sua attività in montagna, ma anche – e forse soprattutto – la sua condizione di uomo impegnato a incarnare e a testimoniare i propri ideali e i propri valori in ogni momento, tanto nell’attività sportiva quanto nella vita di tutti i giorni, nelle relazioni interpersonali e sul lavoro, nelle amicizie e nell’impegno sociale ed ecclesiale. Forse perché l’attività per la quale è diventato famoso non ha costituito una dimensione totalizzante per la sua vita. Era semmai un aspetto complementare a tutte le altre sfere della sua esistenza e del suo vissuto personale. Era un’espressione (e anche una metafora) del suo carattere, della sua persona, del suo pensiero, della sua spiritualità; era una proiezione della sua personalità, trasferita in una dimensione per la quale possedeva un immenso talento naturale.

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