Anche a Trento sabato 7 e domenica 8 maggio l’Azalea della Ricerca per la Festa della Mamma e la salute delle donne

Torneranno nelle piazze di tutta Italia, e quindi anche in Trentino, nelle giornate di sabato 7 e domenica 8 maggio, i ventimila volontari AIRC che distribuiranno l’Azalea della Ricerca a fronte di una donazione di 15 euro, per sostenere i ricercatori impegnati a trovare diagnosi sempre più precoci e terapie più efficaci per i tumori che colpiscono le donne.

L’Azalea della Ricerca di Fondazione AIRC è ormai da 38 anni il simbolo della Festa della mamma, un fiore speciale da regalare a tutte le donne, una preziosa alleata per la salute al femminile che nell’arco degli anni ha permesso di raccogliere oltre 280 milioni di euro e ai migliori scienziati oncologici di lavorare senza interruzioni, anche nel lungo periodo di emergenza sanitaria Covid19, con l’obiettivo di diagnosticare più precocemente tutte le forme di cancro e di curare con maggiore efficacia tutte le pazienti.

Trento i volontari saranno nella giornata di domenica in Largo Carducci e in via San Pietro, mentre in provincia saranno a Altopiano della Vigolana, sabato in piazza Oreste Bailoni; Canazei, sabato e domenica in piazza Marconi; Cavalese, domenica in piazza Scopoli; Pergine Valsugana, Shop Center Valsugana, sabato e domenica; Predazzo, domenica in Piazza Santi Apostoli Filippo e Giacomo; Riva del Garda, domenica in piazza Cavour; Rovereto, domenica in Largo Posta, e via Dante- angolo via Garibaldi; Tesero, domenica in piazza Cesare Battista; Storo in via Conciliazione.

Insieme alla pianta di azalea, sarà distribuita a tutti gli interessati una speciale Guida con informazioni su prevenzione, cura dei tumori e tre salutari ricette firmate dall’ambasciatrice AIRC Antonella Clerici, dalla foodblogger Monica Papagna e dallo chef Stefano Sforza.

“In Veneto e Trentino Alto Adige, per il 2022, Fondazione AIRC finanzia con 8 milioni e mezzo di euro 64 progetti di ricerca, 9 borse di studio e 6 programmi speciali. Al fianco dei nostri migliori ricercatori, però, anche ciascuno di noi può impegnarsi per la propria salute. L’adozione di comportamenti salutari infatti previene il 30-40% dei nuovi casi di tumore. Il fattore di rischio più importante rimane il fumo, con almeno 17 diversi tipi di neoplasie oltre al carcinoma polmonare che, nell’85-90% dei casi, è provocato da questa abitudine nociva. Anche l’obesità aumenta le probabilità di sviluppare un cancro (tra il 3,9% e l’8% nei Paesi occidentali), mentre la dieta ha un ruolo fondamentale nella prevenzione. Tre neoplasie su dieci sono infatti causate da un’alimentazione poco varia e non equilibrata. E un’attività fisica regolare può diminuire il rischio di sviluppare un tumore del 7% circa rispetto a chi non si muove. L’esercizio inoltre riduce fino al 30% il rischio di recidive e migliora la qualità di vita. L’American Cancer Society suggerisce di 300 minuti circa di attività moderata alla settimana”.

Secondo le stime più aggiornate, lo scorso anno ci sono stati nel nostro Paese 182.000 nuovi casi di tumore tra le donne e si stima che circa una su tre riceverà una diagnosi oncologica nel corso della vita. I tumori più frequenti nel genere femminile sono: mammella (55.000), colon-retto (20.200), polmone (13.300), tiroide (9.800), utero (8.300), pancreas (7.400), melanoma (6.700), linfoma non-Hodgkin (6.100), stomaco (6.100), ovaio (5.100). Oggi in Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è arrivata al 65% e ci sono quasi 2 milioni di donne che hanno superato un cancro grazie ai progressi della ricerca e all’alto livello dell’assistenza oncologica. La ricerca più recente, sostenuta da Fondazione AIRC, i cui dati sono pubblicati sulla rivista Cancer Research, mostra che alcuni tumori ovarici presentano alti livelli di due proteine che regolano l’attività dei mitocondri, la centrale energetica delle cellule, che li rende sensibili a una nuova classe di farmaci. Un nuovo dato importante per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per il tumore dell’ovaio che, tra i più difficili da curare, rappresenta il 3% circa di tutti i tumori maligni nella popolazione femminile, il decimo per frequenza. In circa l’80% per cento dei casi la malattia, che non dà sintomi specifici, viene ancora scoperta quando è già in fase avanzata.

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