Cambiare e rinnovare

Emergono alcune chiare indicazioni per ridisegnare il volto della Chiesa altoatesina

Bressanone – Si è tenuta alla fine della settimana scorsa la sesta sessione del Sinodo diocesano di Bolzano-Bressanone. In questa fase finale si tratta di esaminare, discutere e approvare i provvedimenti che le commissioni sinodali hanno elaborato nel corso degli ultimi mesi. Un lavoro non sempre facile, dal quale emergono ancora non solo posizioni diverse, come è naturale, ma anche la difficoltà ad intendersi rispetto a concetti della pratica pastorale, che fanno riferimento ad esperienze diverse maturate, ad esempio, nell’area di lingua tedesca e in quella di lingua italiana.

Il Sinodo, nei due giorni di intenso lavoro, nei locali dell’Accademia Cusano di Bressanone, si è espresso più o meno sulla metà delle misure proposte, a partire dagli ambiti legati alla “Chiesa sul territorio” (che comprendono il servizio al prossimo, la celebrazione, l’annuncio, l’animazione della comunità, le strutture da creare o da rinnovare). Da qui all’8 dicembre, data della conclusione del Sinodo, i sinodali si incontreranno ancora per due sessioni, dopo di che tutto passerà nelle mani del vescovo diocesano per l’approvazione.

Intanto dal Sinodo emergono alcune chiare indicazioni per ridisegnare il volto della Chiesa altoatesina. A tutti i livelli si propone di avviare processi di unificazione che tolgano la pastorale dal doppio binario (a seconda delle lingue) su cui si trova attualmente. Ciò significa, per cominciare, unificazione dei servizi e degli uffici di curia, in modo da sviluppare una pastorale comune. Per i giovani è già in fase di attuazione un “centro di coordinamento” che metta insieme tutte le varie anime della pastorale giovanile. Netta la richiesta, emersa dall’assemblea brissinese, di avere d’ora in avanti un solo Consiglio pastorale parrocchiale anche nelle parrocchie mistilingui, dove attualmente ci sono due consigli o due sezioni. Questa misura troverà probabile attuazione già nell’ottobre del prossimo anno, quando sono state fissate le elezioni dei Consigli pastorali. Anche i mezzi di comunicazione diocesani, se intendono essere specchio della nuova situazione, saranno unificati? Su questo il Sinodo non è stato finora altrettanto chiaro e coraggioso.

La necessità del “dialogo” è stata più volte ribadita, tanto da arrivare alla proposta istituzione di un “ufficio per il dialogo” che accorpi gli attuali ambiti pastorali, nell’ottica di un’apertura non solo al discorso ecumenico e interreligioso, ma anche al mondo secolarizzato, alla scienza e alle varie forme di pensiero.

Maggiore partecipazione dei laici alle decisioni e alla vita della comunità, un ruolo di primo piano per le donne a vari livelli, una più spiccata consapevolezza nella scelta di essere cristiani (ad esempio portando la cresima dopo i 18 anni): diversi provvedimenti vanno in questa direzione.

Molti passi si faranno solo nei prossimi anni. Uno dei pregi del Sinodo è proprio questo: aver messo in luce le aree di criticità e aver avviato processi di avvicinamento e di collaborazione, con l’orizzonte della ricerca di un linguaggio comune.

La prossima sessione comincerà con la trattazione del tema del Sinodo dei vescovi testé concluso: la famiglia.

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