Sanità trentina, Fp Cgil lancia l’allarme: “Carenza di tecnici di radiologia”

In Trentino mancano tecnici di radiologia. Questo l’allarme lanciato da Funzione pubblica (Fp) Cgil. “È marcata la carenza di personale tecnico di radiologia”, spiegano i referenti Gianna Colle e Marco Cont. “Su richiesta sei professionisti – proseguono – abbiamo chiesto all’Azienda sanitaria di aprire un tavolo di confronto: sono insostenibili i turni delle unità di radiologia degli ospedali periferici”.

“Non abbiamo ricevuto risposta – dicono Colle e Cont – ma sappiamo che l’Apss si è attivata con diversi incontri nei vari presidi. La carenza di tecnici di radiologia è nota: avevamo già individuato e segnalato il problema prima della pandemia e ora, con la ripresa delle normali attività e il recupero delle liste di attesa, questo si è palesemente evidenziato”.

Negli anni sono state messe in atto delle “soluzioni tampone” per continuare a garantire il servizio, attraverso fasce diurne e disponibilità nelle fasce serali e notturne. “Ma nel frattempo – sottolinea Fp Cgil – non si è provveduto a formare nuovi tecnici. La mancata previsione dell’accresciuto fabbisogno, per le mutate esigenze sanitarie e per la sostituzione di chi va in pensione, è evidente. Inoltre la diagnostica ricorre sempre più a radiografie e Tac“.

Durante la stagione turistica, estiva come invernale, c’è un incremento di accessi al Pronto soccorso anche di sera e di notte. La presenza di tecnici disponibili si tramuta di fatto in un turno attivo. Le attuali dotazioni organiche, però, come viene sottolineato nella nota diramata da Fp Cgil, “non permettono l’attivazione di un turno notturno e non garantiscono neanche la sostenibilità dei turni in pronta disponibilità con il necessario recupero psico-fisico“.

Sono stati presi alcuni accorgimenti a breve termine. “Alcuni coordinatori – sottolineano Colle e Cont – hanno dato la loro disponibilità a mettersi in turno e in pronta disponibilità; il personale part-time, per solidarietà, svolge turni di pronta disponibilità a sostegno dei colleghi a tempo pieno. In alcune realtà periferiche si arriva anche a svolgere 4 pronte disponibilità notturne consecutive in una settimana, dopo un consueto turno di pomeriggio”.

Fp Cgil chiede però “fino a che punto si può andare avanti con questi ritmi?”. “Nel breve termine – dicono Colle e Cont – serve rivedere l’organizzazione del lavoro e reclutare nuovo personale, neo-laureato o in procinto di laurearsi; quindi bandire immediatamente il concorso per assumere i tecnici che conseguiranno la laurea a novembre. Urgente è mettere immediatamente in atto il percorso per la riapertura su Trento, all’interno della facoltà di medicina, del corso di laurea per tecnici di radiologia. Attendiamo la convocazione a parte dell’Apss per dare una prima risposta ai lavoratori”.

Ieri la Fp Cgil aveva lanciato l’allarme per i tempi d’attesa della Centrale emergenza sanitaria del Trentino, con tempi d’attesa per una telefonata “anche per 3 minuti”.

Il Medical priority dispatch system (Mpds), ispirato a procedure nate negli Stati Uniti, prevederebbe la presenza di un operatore che prende la chiamata e un secondo operatore che attiva i soccorsi. “In Trentino – hanno denunciato Colle e Cont – le due cose le deve fare un operatore solo, a meno che non ci sia un collega libero, al tavolo di fianco, pronto a dare una mano”.

Fp Cgil parte da una frase dell’assessora alla sanità provinciale Stefania Segnana, “Da notare che l’intervista telefonica e l’invio dei mezzi di soccorso può essere svolta da operatori diversi, quindi il prolungamento della telefonata non corrisponde ad un ritardo di invio”.

“In Trentino – chiede la Fp Cgil – bisogna affidarsi alla fortuna e sperare che ci sia un collega libero? Teniamo conto che la procedura fa allungare i tempi delle telefonate e quindi capita che tutti siano impegnati contemporaneamente al telefono”.

Fp Cgil ha chiesto un incontro con l’assessora e con l’Apss. “Il Mdps – sottolinea – nasce per tutelare, anche legalmente, gli operatori laici, ovvero non sanitari che dunque non hanno la professionalità per giudicare la situazione e prendersi eventualmente anche delle responsabilità. Al momento alla Centrale sanitaria sono in servizio solo infermieri – e c’è da sperare che sia sempre così e con dipendenti pubblici, non privati! – che però sono tenuti a comportarsi da laici. Se non lo fanno, il sistema li segnalerà come inadempienti, con tutte le conseguenze del caso. È anche per questo che chiediamo un incontro all’assessore e all’Azienda sanitaria: per tutelare gli infermieri e anche per evitare che la loro professionalità venga mortificata”.

Il sistema “americano”, calibrato sui laici, tende anche ad essere più prudente e ad assegnare più codici rossi. “Questo – sottolinea Fp Cgil – significa invio più frequente di ambulanze, che dunque scarseggiano. Pensiamo soprattutto alle giornate più intense: quelle dei fine settimana di alta stagione estiva e invernale che tra sci e sport outdoor portano all’esplosione del numero di interventi”.

Fp Cigil ha ribadito anche “l’allarme per la crescente fuga di medici e professionisti della sanità trentina”, e ha chiesto che anche per gli operatori della Centrale sanitaria venga attivato uno “psicologo del lavoro per supportare chi è sottoposto quotidianamente a fortissimi stress professionali ma anche emotivi, inevitabili per chi presta soccorso a feriti e infortunati”.

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