Sulle tracce di un Dio meraviglioso

I tesori della fede e dell'arte nella camminata da Pozza al santuario di Santa Giuliana. Con il vescovo Tisi, che ha poi celebrato in San Giovanni

Una camminata nei luoghi che raccontano la fede di un popolo, sostando tra le mura di una chiesetta dove la gente chiedeva clemenza di fronte alla forza della natura, e ripercorrendo i passi di quanti salivano nel bosco fino all'antico santuario dedicato a santa Giuliana, per rivolgere da lì la loro preghiera, un po' più vicini al cielo. E poi giù verso la Pieve, chiesa giubilare, che custodisce nei secoli questa comunità valligiana di lingua ladina e di forti radici cristiane.

L'aria frizzante del primo mattino ha accolto villeggianti e locali che, in occasione della prima Festa di Avvenire e Vita Trentina, si sono poi incamminati, insieme all’arcivescovo Lauro Tisi, sui sentieri della val di Fassa, alle pendici del Catinaccio. Un gruppetto allegro e variegato ritrovatosi venerdì scorso in località Meida di Pozza di Fassa; per Vita Trentina, con il direttore e i redattori, non è voluto mancare lo storico fiduciario 87enne Lino Soraperra; il team di Avvenire con il direttore generale Paolo Nusiner e il responsabile per le iniziative speciali Domenico Soffiantini, ha salutato il direttore Tarquinio, protagonista la sera precedente (vedi altra pagina). La chiesetta di San Nicolò, illustrata con competenza dal prof. Cesare Bernard, ha introdotto gli escursionisti alle tracce di una spiritualità intimamente legata a quei luoghi: costruita nel ‘400 come ultimo avamposto del paese prima del rio di San Nicolò, la chiesetta fu presidio religioso di fronte al pericolo di temibili inondazioni.

La salita del dosso del Ciaslir, da cui il santuario di Santa Giuliana domina la valle, è stata subito addolcita dalla simpatia di alcune signore di Pozza, tra cui la moglie del fiduciario Soraperra, con tè e grostoli tipici. Guidati dal passo montanaro di mons. Tisi, il gruppo di villeggianti e fassani ha raggiunto il santuario di Santa Giuliana, ammirandone gli esterni e gli interni, con le pale dorate dietro l’altare, le tre statue e gli affreschi sulla vita della santa, illustrati dalla guida Andrea Rizzi. “Chiediamo di portare via da questa giornata – ha detto don Tisi prima di incamminarsi verso la pieve – un tratto dei fassani, oltre alle bellezze dell’arte e della natura: la capacità di onorare il nome di Dio con semplicità, attraverso una religiosità profonda e una fede autentica”.

Nella chiesa di San Giovanni a Vigo di Fassa, l’Arcivescovo ha presieduto l’Eucaristia concelebrata dal parroco don Andrea Malfatti e dal decano don Mario Bravin, dai collaboratori don Luigi Trottner e don Erminio Vanzetta e da altri religiosi, evidenziando il ruolo del quotidiano cattolico e del settimanale diocesano: “Offrono pagine di riflessione che narrano all’uomo di oggi l’umanità meravigliosa di Dio”, ha detto mons. Tisi, dicendosi “da tanti anni abbonato di Avvenire, che ci aiuta a rispondere ogni giorno alle barbarie con percorsi di misericordia”.

Nell’omelia, dedicata in gran parte ai fatti della settimana (vedi a lato), l'arcivescovo ha usato l'espressione spontanea dei turisti tedeschi davanti alle crode: “Wunderbar! Così, bellissimo e meraviglioso, incantevole è anche il Dio di Gesù Cristo”. Forse, aiutati dalla bellezza che ha fatto da sfondo alla camminata, ha proseguito, “saremo più predisposti a riconoscere la bellezza di questo Dio della strada, pieno di polvere”, ha aggiunto l'arcivescovo, che ha ripreso il mandato ai giovani trentini alla GMG: “Se volete avere le mani pulite, dovete sporcarvele con il sudore dei fratelli!”.

“L’Occidente appare stanco e angosciato – osservava ancora Tisi – l’Europa che finora ha inseguito solo pane e divertimento comincia a capire che nei popoli c’è lo stesso forte bisogno di ragioni per vivere. E la buona notizia viene ancora da Gesù di Nazareth, il Dio con il grembiule, il Dio del servizio, il re capovolto”. Un Dio che “dopo 2000 anni è ancora nuovo, ancora nel cellophane: tiriamolo fuori, e vedremo fiorire il deserto”.

Tisi ha ringraziato anche lo staff di Vita Trentina augurandosi che la Festa – così ben riuscita grazie anche alla Commissione Cultura del decanato di Fassa e del Comune di Pozza – si possa ripetere l’anno prossimo. Come ricorda il parroco don Andrea Malfatti saranno i 500 anni dell'altar maggiore di Santa Giuliana, un'occasione in più per tornare sui luoghi di questo esordio favorito dal sole.

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