Maria, Porta del Cielo

Ogni Anno Santo con il simbolismo della porta ci invita a guardare a Cristo che è la vera “Porta” che ci fa incontrare con Dio. “Io sono la Porta” (Gv 10, 7-10), egli afferma perentoriamente nel Vangelo. Ma è interessante, in questo mese di  ottobre  in cui la comunità cristiana si rivolge quotidianamente a Maria con la preghiera del Rosario, notare come proprio nella devozione del popolo di Dio e nella tradizione della Chiesa questo attributo, questo simbolo è poi stato rivolto anche e soprattutto a Maria. Sembrava forse un po’ riduttivo e disdicevole dare della “porta” a Gesù, e allora ecco che il titolo di “Porta del Cielo” viene riservato alla Madonna.

Già nell’antico inno Ave, maris stella (Ave, o stella del mare), che ritroviamo nei Vespri della Madonna, Maria è chiamata in modo simpatico, sereno e accattivante: “Porta felice del cielo”. Un’antifona dal titolo Ave Regina Cælorum (Ave, Regina del Cielo) che viene proposta particolarmente nel periodo dopo il Natale e per tutta la Quaresima, nelle sue parole fa riferimento esplicito al grande mistero della Redenzione. Essa si collega, inoltre, strettamente all’evento dell’Incarnazione, quando canta Maria come la radice e la porta da cui è venuta nel mondo quella luce che è Cristo, salvezza dell’umanità. Dice, infatti: “Tu, o Maria, sei porta e radice di salvezza, e rechi nel mondo la luce”. La Vergine di Nazaret è “radice” e “porta” da cui è scaturita una luce nuova per il mondo e per la storia. In un’altra antifona, tipica dell’Avvento, si canta ancora  a Maria dicendo: “O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere”. Qui, come nell’Inno, lo stupore diventa ammirazione con l’uso di simboli poetici che erano popolari già nel primo millennio. Maria è definita e cantata come “Porta del cielo” e “Stella del mare”. Due simboli che già nella vita quotidiana evocano normalmente la salvezza, la sicurezza, un riferimento certo. Ella cioè appare come una porta spalancata, un cammino sicuro, una via diritta, e insieme come la guida  luminosa sulla strada per andare incontro al suo Figlio Gesù, il Redentore del mondo.

Ma soprattutto è nota e conosciuta, nella devozione popolare, una delle litanie lauretane che definisce ancora Maria, la madre di Gesù, come porta del Cielo, Ianua Caeli. Già nei salmi e in altri libri dell’Antico Testamento si parla di questo simbolo della porta, in particolare di quella che è chiamata la porta del Signore, per la quale entrano i giusti (Sal 117, 20). Siamo noi quei giusti, richiamati nell’Anno della Misericordia, sull’esempio di Maria, ad essere porte spalancate che guardano a chi ha bisogno, a chi attende di vedere la misericordia di Dio sul nostro volto, dalle nostre mani, nel nostro cuore.

(5 – segue)

Don Giulio Viviani

sad.

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