Metaverso, il nuovo orizzonte del digitale

Foto Quang Tri Nguyen / Unsplash

È una di quelle parole che richiamano qualcosa che non conosciamo, o che, comunque, facciamo fatica a comprendere, che ci sfugge. Metaverso è una parola che in queste settimane è entrata nelle case di tutti noi grazie ad una pubblicità televisiva che nelle intenzioni degli inserzionisti vuole essere un primo assaggio di ciò che sarà (inutile utilizzare il condizionale) l’utilizzo della “rete” in un prossimo futuro.

Nello spot si vedono ragazzi con abiti del terzo millennio passeggiare nella piazza dell’antica Roma e ascoltare il dialogo tra Marco Antonio e i suoi interlocutori; si vede un’aula universitaria dove gli studenti stanno esaminando cellule virtuali che si muovono a mezz’aria, grandi come palloncini, in modo da poter essere studiate nei minimi dettagli; infine, nello spot, si vede un chirurgo con visore e guanti tecnologici che fa pratica per un intervento al cuore. “Il metaverso è uno spazio virtuale” – conclude la pubblicità – “ma il suo impatto sarà reale”.

Proprio nello slogan si coglie l’essenza di questo nuovo orizzonte del digitale con cui tutti dovremmo fare i conti. Così come li abbiamo fatti con l’arrivo di internet e, poi, con l’invenzione degli smartphone che in pochi anni sono diventati lo strumento che teniamo sempre a portata di mano.

Cerchiamo di riepilogare: il metaverso è uno spazio tridimensionale all’interno del quale ognuno potrà essere presente attraverso una propria “replica digitale” (avatar) e che grazie ad appositi strumenti tecnologici (visori per vedere, cuffie per sentire, guanti per toccare) consentirà di accedere ad una dimensione virtuale che si tradurrà in una sorta di realtà parallela. Ecco, dunque, la possibilità di viaggiare nella storia, o l’immergersi nel mondo infinitamente piccolo delle cellule, o la simulazione dell’intervento chirurgico.

L’esempio più classico è quello dei collegamenti a distanza: impensabili sino a qualche anno fa, divenuti strumento diffuso e accessibile a tutti nei mesi della pandemia: ci si vede grazie alle telecamere dei computer e lo schermo diventa un album di figurine dove tutti possono partecipare. Nello spazio del metaverso, grazie agli avatar con le nostre sembianze, la riunione verrà convocata nello spazio virtuale con la possibilità di “incontrare” gli altri partecipanti e di condividere materiali di lavoro.

Tutto ciò rappresenta una nuova frontiera che oggi facciamo fatica a delineare e comprendere; pone infinite domande e impone la necessità di cercare nuovi equilibri nel campo sociale, economico, personale e delle comunità. Possiamo essere certi che il metaverso (e il suo utilizzo) sarà “il tema” dei prossimi anni. Già oggi ci si chiede quali possono essere le conseguenze per i bambini, i ragazzi, le persone più fragili: la realtà parallela – virtuale – è sicuramente più piacevole di quella della quotidianità, dà sicurezza, offre opportunità che possono essere anche una via di fuga rispetto alla realtà “vera”.

A tener banco, per ora, sembra però essere essenzialmente il dato economico e finanziario. Il principale attore di questa sfida (ma non l’unico: ci sono altre tre società che stanno investendo risorse nel campo della realtà virtuale) è senza dubbio il gruppo Facebook che non a caso dallo scorso anno ha cambiato denominazione e si chiama per l’appunto “Meta”. Per Mark Zuckerberg, quella del metaverso è la vera sfida del futuro. E lo dice colui che oggi controlla non solo Facebook, ma anche Instagram, WhatsApp e Messenger. In pratica, il colosso dei social e della comunicazione messaggistica.

Proprio il titolo Meta ha registrato nell’ultima settimana delle perdite nelle quotazioni dei titoli in borsa che hanno sollevato molti interrogativi. Anche perché, a conti fatti, in un solo anno Meta ha perso valore per quasi 700 miliardi di dollari e il campo dove si sono registrate le perdite maggiori è proprio quello della ricerca per il metaverso: un “buco” di 3,7 miliardi di dollari.

“Ricercare costa, sperimentare ancor di più”, dice Zuckerberg che tira dritto sulla strada che si è prefisso e che cambierà certamente la vita a tutti noi.

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