Trentino sviluppo, 30 studenti impegnati in una sfida per progettare in sei ore una culla hi-tech

Trentino sviluppo – progetto manifattura – competizione di robotica Produce – co-creation hackathon

Trenta studenti universitari sono stati protagonisti dell’hackathon “Co-creation” organizzato da Trentino Sviluppo e Fondazione HIT – Hub Innovazione Trentino, nell’ambito del progetto europeo iProduce.

L’iniziativa, in cui sono stati coinvolti anche tre aziende trentine e due fablab, si è svolta ieri (martedì 29 novembre) negli spazi “Be Factory” di Progetto Manifattura a Rovereto, con il supporto dei tecnologi del laboratorio ProM Facility e ricercatori in qualità di tutor.

Il team vincitore

Divisi in cinque squadre, i giovani avevano sei ore di tempo per progettare una culla hi-tech secondo i principi della co-progettazione, del co-sviluppo e dell’open innovation, con una particolare attenzione al design generativo e ai nuovi strumenti digitali, quali marketplace e matchmaking.

“iProduce è un progetto europeo – spiega Paolo Gregori, direttore dell’area ProM Facility di Trentino Sviluppo – che ci vede coinvolti assieme ad una ventina di partner provenienti da nove Paesi diversi. L’obiettivo è quello di sviluppare una piattaforma che faccia incontrare domanda e offerta, ovvero che permetta di intrecciare in modo efficace il momento dell’invenzione, della realizzazione e della richiesta delle aziende. Che è un po’ lo stesso principio dell’hackathon proposto oggi, cioè una gara in cui gli studenti, divisi in squadre, devono sfidarsi per realizzare il prototipo di un prodotto. Questo tipo di competizione è parte integrante delle attività previste dal progetto e, dopo questa in Italia, se ne svolgerà una in ognuno dei Paesi partner, tra cui Francia, Germania, Grecia e Spagna”.

Trentino sviluppo – progetto manifattura – competizione di robotica Produce – co-creation hackathon

Dal dondolio automatico al riscaldamento, passando per ventilazione, riconoscimento biometrico e sensori in grado di percepire il pianto del bambino, tante sono state le idee proposte alla giuria dai trenta studenti universitari coinvolti, provenienti dall’Italia e dall’estero e perlopiù impegnati nell’ambito dell’ingegneria, del design e dell’interazione uomo-macchina. E proprio quest’ultima è la disciplina studiata da Luca Santoro, portavoce del team vincitore, composto appunto da lui, dal compagno di corso Miraxh Tereziv, dallo studente di Intelligenza artificiale a Povo Davide Modolo e da Ramona Plogmann, che studia l’interazione tra uomo e macchina in Germania. Premiati dalla giuria per la maturità e la dettagliata articolazione della proposta presentata, si sono aggiudicati quattro kit per “maker”, composti da strumenti per la programmazione e la costruzione.

“Ci piace partecipare agli hackathon – ha commentato Luca Santoro – perché sono divertenti e ci aiutano a crescere, sia come persone che dal punto di vista professionale”.

Analogo il parere del giurato Michele Corrà, titolare dell’azienda Tretec di Trento, secondo cui: “Qui si vede la novità che i ragazzi possono esprimere dato un problema. Possono scatenare la fantasia e provare a trovare soluzioni concrete a problemi reali, che un domani potrebbero trovarsi sulla scrivania al lavoro”.

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