Offriamo un’opportunità

Oltrepassare la soglia di una classe è un buon modo per rendersi conto di come sia la nostra società, dei suoi cambiamenti. A volte emerge un preoccupante analfabetismo religioso mentre altre volte si riconoscono tracce, più o meno sicure, di un cammino cristiano. Dietro ad un’ostentata indifferenza si nasconde sempre un po’ di curiosità, la voglia di conoscere, magari di criticare, il fascino del mistero e il bisogno di cercare.In questo contesto un insegnante di religione cattolica ha la possibilità di percorrere molte strade: far nascere domande, affrontare dubbi, chiarire idee, accompagnare ricerche, far maturare risposte, condurre al confronto, indicare l’orizzonte. Perciò insegnare religione cattolica è non solo importante, ma anche interessante e avvincente; vuol dire far comprendere l’essenza del cristianesimo, i suoi fondamenti, le sue tracce nella storia e nel mondo in cui viviamo, quale senso può dare alla vita degli uomini di domani. Ma forse l’importanza di un insegnamento (e di un insegnante) di questo genere è innanzitutto il fatto di esserci, di offrire un’opportunità. La sua vocazione è quella di essere porta e quindi dare possibilità di entrare, di trovare accoglienza, di ascoltare ed essere ascoltato. È portatore di un messaggio e una parola (anche con la P maiuscola) che è sempre attuale, nuova, anche perché magari qualcuno non l’ha mai sentita o ne ha recepito degli echi distorti e lontani. La motivazione di ogni insegnante è la passione di trasmettere qualcosa di importante e la gioia sentire che questo può aiutare a crescere. Ovviamente questo non si improvvisa, ci vuole una seria preparazione e la voglia di crescere con i propri studenti, con la consapevolezza di essere insegnanti di stile diverso.

Cesare Bernard, docente di IRC presso l’Istituto di Istruzione “La Rosa bianca”, Predazzo

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