Flavescenza dorata, Confagricoltura del Trentino: “Urge intervento per tutelare il comparto vitivinicolo”

È alto l’allarme tra le aziende agricole per la flavescenza dorata, malattia epidemica che caratterizza il comparto vitivinicolo. “Oggi questa malattia minaccia le principali produzioni di Piemonte, Toscana, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, che hanno infatti registrato e segnalato, proprio di recente, nuovi focolai”, scrive Confagricoltura del Trentino in una nota.

Confagricoltura aggiunge che “è urgente intervenire” per interrompere la diffusione della malattia e “per tutelare e sostenere un comparto, quello vitivinicolo, che nel 2022 ha raggiunto gli 8 miliardi di euro di esportazioni, con una crescita rispetto all’anno precedente del 12%”.

Le richieste sono state portate da Confagricoltura al ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Vengono chiesti in particolare “interventi coordinati a livello nazionale, investimenti in ricerca scientifica e risorse economiche a sostegno delle imprese vitivinicole”.

“Il fondo istituito dal ministero dell’Agricoltura nella legge di Bilancio 2023 che prevede una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e altri 2 milioni per il prossimo anno, è insufficiente“, sottolinea Confagricoltura, che aggiunge: “Bisogna trovare le risorse economiche necessarie sia per finanziare gli interventi di selezione delle piante sintomatiche, sia per ristorare i viticoltori che stanno affrontando alti costi per l’estirpazione dei vigneti compromessi dalla malattia”.

“Bisogna riconoscere all’attuale giunta che aveva già preso dei provvedimenti per quanto riguarda gli estirpi – dichiara Diego Coller, presidente di Confagricoltura del Trentino – inoltre anche Consorzio Vini e FEM è da anni che organizzano monitoraggi dei vigneti per segnalare le piante da estirpare, ma solo con ulteriori risorse si potrà accelerare l’ottenimento dei risultati richiesti. Ben vengano le risorse messe a disposizione, ma come abbiamo potuto vedere negli interventi fatti a livello provinciale condividiamo che i fondi non siano sufficienti e riteniamo soprattutto che gli sforzi debbano andare principalmente nella ricerca di strumenti di lotta per combattere la diffusione di questa gravissima patologia“.

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