Persone, luoghi, valori, ma anche quel paesaggio che si fa poesia, dentro il cammino lungo l’Italia che compie Federico Quaranta nel suo programma “Il Provinciale”.

Giornalista attento, appassionato, qui racconta la provincia italiana, quella poco conosciuta, ma straordinariamente bella, mettendo in relazione, luoghi e persone.

Ne risulta un cammino affascinante, che si fa scoperta: è accaduto per il Mugello, nella provincia di Firenze, dove Federico Quaranta ha seguito le orme di Don Lorenzo Milani, fino alla scuola di Barbiana, attraversando questo pezzo di Toscana, facendosi accompagnare dalle parole tratte da quel libro, “Lettera ad una Professoressa”, uscito nel 1967, che scosse gli animi di intere  generazioni. Ed è accaduto ancora nella puntata che ha raccontato l’esperienza di Santa Chiara, andando a visitare i luoghi più significativi nei dintorni della città di Assisi, parlando anche con chi oggi si è messo alla ricerca del fascino e di alcuni silenzi di questi territori.

Ogni puntata in cammino, alla ricerca di luoghi che racchiudono le testimonianze di un tempo, ma che nello stesso momento, per quel qualcosa in più che sa metterci il giornalista, hanno ancora molto da dire al viandante moderno.

Quella che appare nel programma è quella provincia italiana tutta da scoprire, dove c’è colore, poesia, dove si possono sentire le voci dei molti “custodi” del territorio. È la potenza della televisione, della buona televisione. È in fondo il gusto del reportage, del viaggio, del quale la televisione pubblica ci ha dato grandi esempi, come le storiche puntate del “Viaggio nella valle del Po” di Mario
Soldati realizzate tra il 1957 e il 1958 e come quelle della trasmissione “Questa nostra Italia”, curate da Guido Piovene dieci anni dopo. Era l’epoca di un’altra televisione, meno urlata, meno generalista, ma programmi come questo di Federico Quaranta sono uno di quei segnali che ancora ci permettono di dire che un altro modo di raccontare la realtà è possibile.

Serve infatti una televisione che sappia andare alle radici, per farci sostare dentro i luoghi, in grado anche di interpretare il cambiamento avvenuto, in questi anni, nel tessuto sociale ed economico
e farci incontrare il “Bel Paese”, dove assaporare l’essenziale della natura, le tante tradizioni e scoprire le straordinarie eccellenze che ancora oggi esistono.