A Nazario Ferrari e Luca Caldini il Chiodo d’Oro Sosat 2023

Sono Nazario Ferrari, quale alpinista veterano e Luca Caldini, quale alpinista giovane, i due alpinisti che riceveranno l’ambito Chiodo d’Oro Sosat 2023, riconoscimento che sarà consegnato in occasione di Cordate nel Futuro, l’incontro fra gli alpinisti delle diverse generazioni che si svolgerà giovedì 4 maggio alle ore 17.00 nella sede della Sosat in Via Malpaga 17 a Trento.

Nazario Ferrai è nato a Mattarello nel 1955, in una famiglia con la cultura della montagna. Nel 1968 in un campeggio parrocchiale in Val di Fassa, sale a Punta Penia, sulla Marmolada. Questa esperienza lo suggestiona e lo affascina. Poi con gli amici del sobborgo a Sud di Trento sale sulla montagna alla cui ombra vive: la Vigolana, prima al bivacco e poi in vetta alla Madonnina. Scopre con gli amici le scalate della Valle del Sarca e le pareti delle Dolomiti. Nel 1980 è ammesso al Gruppo Rocciatori. La cifra del suo alpinismo si esprime con salite che possiamo definire classiche di altissimo livello: Nord dell’Ortles, Nord dei Gran Zebrù, le tre grandi nord delle Alpi: Nord dell’Eiger (via Heckmeier), Nord delle Gran Jorasses (sperone Walker via Cassin), Nord del Cervino (via Schmidt). E ancora: la Diretta Americana ai Dru, la via degli Svizzeri al Gran Capucin, la Cassin alla parete ovest del Badile. In Dolomiti ha salito le vie più importanti. Lo stile di Nazario è quello dell’andare in montagna legandosi in cordata: per la cima con persone con le quali condivide l’amicizia.

Luca Caldini è nato nel 1982 a Pergolese, all’ombra del Dain e del Brento. In gioventù ha praticato lo sci di fondo agonistico, per scoprire a vent’anni il fascino dell’arrampicata. La verticale e oltre, è la cifra del suo curriculum alpinistico con molte scalate impegnative su montagne rinomate. Fra le sue scalate ricordiamo molte vie sulla Sud della Marmolada fra le quali la via del Pesce, la via dell’Ideale, aperta da Armando Aste e Franco Solina nell’agosto del 1964. Luca ha salito le pareti del Civetta e la Messner al Sass de La Crus ed ha inoltre scalato, alla ricerca di avventure su pareti dove ha tracciato nuovi itinerari in Nuova Zelanda e sulle pareti della Sardegna.

L’alpinismo di Nazario Ferrari “va oltre la sua bravura nelle scalate impegnative che ha fatto e fa. C’è nel suo approccio alla montagna un aspetto umano, di altissimo valore. Legarsi in cordata per lui vuol dire condividere momenti di vita interiori, capaci di esprimere sentimenti profondi, consapevole, che legarsi con la corda è unirsi per la cima e per la vita”, spiega la giuria, nelle motivazioni che hanno portato all’assegnazione del premio. Per quanto riguarda Caldini, la scelta è ricaduta per “la sua passione per l’arrampicata è forte e la interpreta con passione e leggerezza. Il suo talento gli permette di affrontare le vie più impegnative e difficili, senza farsene vanto, nella costante ricerca di nuove avventure verticali”.

Cordate nel futuro, alla sua ventiseiesima edizione – dice il presidente della Sosat Luciano Ferrari – è un incontro alpinistico nato in seno alla Sosat, in collaborazione con il Trento Filmfestival. Ci si trova con gli alpinisti delle diverse generazioni, presenti alla manifestazione trentina. E’ un momento di confronto e dialogo, questo stare insieme nella nostra sede, come punto di sintesi di un alpinismo che si rifà alla tradizione, ma attento alla sua evoluzione, nel rispetto dei valori sosatini, per noi imprescindibili, quali la frequentazione della montagna in amicizia, con spirito di solidarietà, nel rispetto e in difesa dell’ambiente. La nostra sezione ha arricchito Cordate nel Futuro, con un riconoscimento che da 18 anni consegniamo agli alpinisti della nostra regione: “Il Chiodo d’Oro Sosat“. Lo diamo ad un alpinista veterano e ad uno giovane, che interpretano con le loro scalate e il loro stile di vita i valori fondanti della Sosat. Quest’anno premiamo due grandi scalatori: Nazario Ferrari, alpinista veterano e Luca Caldini, alpinista giovane che hanno segnato la storia dell’alpinismo trentino, con il loro stile nella vita e sulle vette, interpretando i valori sosatini”.
Le Motivazioni del Chiodo d’Oro 2023

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