Premio Melchionna: più di 200 le opere che scardinano i pregiudizi con l’arte

Più di cento persone, nel pomeriggio di sabato 20 maggio, hanno partecipato al Polo Vigilianum di Trento alla cerimonia di premiazione della settima edizione del Premio Melchionna, il concorso letterario e fotografico bandito dall’associazione Prodigio in memoria del suo fondatore.

Rimasto tetraplegico nel 1979, appena diplomato, a causa di un incidente stradale, Giuseppe Melchionna, conosciuto nel quartiere della Clarina come “Pino”, si è speso tutta la vita per scardinare le barriere architettoniche e culturali sulla disabilità in Trentino. Fondatore della cooperativa La Ruota per il trasporto delle persone con difficoltà motorie, fu promotore dello sviluppo dell’edilizia abitativa domotica, attivista nelle scuole per la prevenzione dei rischi alcol-correlati e nel 1999 fondò la rivista bimestrale pro.di.gio., acronimo di Progetto di Giornale, per dare voce a chi non ne aveva. Dal 2016 – anno della sua scomparsa, ad oggi – hanno partecipato al concorso letterario e fotografico in sua memoria oltre mille persone e numerosi gruppi classe provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. Solo quest’anno sono arrivati 233 racconti, poesie e fotografie di autori e autrici provenienti dalla zona del Triveneto, ma anche dalle altre regioni italiane e addirittura dalla Germania e dal Canada.

Soddisfatte le ideatrici dell’iniziativa Luciana Bertoldi e Martina Dei Cas, che spiegano: «In un mondo sempre di corsa, quest’anno abbiamo chiesto ai partecipanti al Premio di fermarsi a riflettere sul tempo. Inoltre, abbiamo istituito una nuova categoria di concorso, ispirata al tema della pace e il riscontro è stato altissimo. Ogni racconto, poesia e fotografia ci ha mostrato una diversa sfaccettatura dell’impegno civile, restituendoci il ritratto di una società più inclusiva, equa, coesa, aperta al dialogo e rispettosa dei diritti delle persone, della natura, degli spazi e delle cose. Una società, questa, che Pino ha sempre lottato per costruire, portando instancabilmente la sua testimonianza nelle scuole. A questo proposito, ci ha fatto piacere leggere i componimenti delle classi, dei gruppi di ragazzi che si sono incontrati nel doposcuola per confezionare la loro opera, dei giovani che hanno aderito spontaneamente al concorso senza che gli venisse assegnato come compito e degli studenti adulti che hanno partecipato da Pescara, segno del ruolo centrale dell’istruzione per abbattere gli stereotipi e costruire una comunità più attenta».

A vagliare gli elaborati – che quest’anno dovevano essere ispirati al tema “È tempo di” – una meticolosa e paziente giuria composta dal direttore di Vita Trentina Diego Andreatta, dalla poetessa Nadia Martinelli, dal giornalista e cantautore Federico Oselini e dal professore di lettere Paolo Tavonatti.

Alle opere più meritevoli sono andati buoni acquisto libri. I primi dieci classificati di ogni sezione sono stati premiati con l’inserimento della propria opera in un’antologia cartacea e con una stampa del vignettista Maurizio Menestrina, educatore Anffas ideatore del “pesce grazie”. Come ogni anno le opere dei poeti, fotografi e scrittori normodotati si sono mischiate e intrecciate a quelle arrivate dai laboratori sociali come Anffas Trento, Laboratorio sociale Pozza di Fassa e CS4 di Pergine Valsugana.

Il concorso è realizzato con il patrocinio di Regione Trentino Alto-Adige, Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento e con il supporto della circoscrizione Oltrefersina-Mattarello e altre realtà del territorio.

Ad aggiudicarsi il primo premio della sezione “poesia” con l’opera “I spins tourna a florì” (Le spine tornano a fiorire) in vernacolo ladino-fodom è stata Antonietta Crepaz di Livinallongo del Col di Lana, in provincia di Belluno. Primo premio nell’ambito racconto a Stefano Ricci, di Trento con le sue “Nozze d’oro”, la storia di un matrimonio che resiste al tempo e alla malattia. Nella categoria fotografia premiato Florindo Rilli di Pesaro Urbino con la sua “Armonia”. Tra i giovanissimi premiati invece la classe 2E dell’Istituto comprensivo Isera-Rovereto con un racconto che parla di come il confronto intergenerazionale tra nonni e nipoti sia una preziosa lezione di vita. Nell’ambito delle scuole superiori le vincitrici sono state le future acconciatrici della 2E del CFP Opera Armida Barelli di Rovereto, che hanno spiegato come la pace tra Paesi non possa esistere se prima non impariamo a farla tra individui. Al dramma degli sfollati a causa dei conflitti guarda invece la vincitrice della categoria “Talento Under 18”, la vicentina Valeria Cusinato. Tantissime le opere che hanno concorso nell’ambito della sezione “Il tempo della pace”: la menzione speciale è andata alla poetessa italo-canadese Lilla Omobono, con i suoi versi sull’Ucraina.

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