Duecento forestali si sono trovati questa mattina sotto la sede della Provincia di Trento per chiedere “un rinnovo dignitoso” del loro contratto integrativo provinciale.
Lo sciopero, organizzato da Flai Cgil e Fai Cisl, proseguirà anche venerdì 21 luglio. Il vicepresidente Mario Tonina e l’assessora provinciale alle foreste Giulia Zanotelli hanno incontrato la delegazione sindacale guidata dalle segretarie provinciali Elisa Cattani e Katia Negri, hanno annunciato la disponibilità ad azzerare la proposta provinciale e ad aprire la trattativa con un tavolo tecnico lunedì 31 luglio.
Per i sindacati si tratta di “un primo segnale, poi ci misureremo al tavolo sui contenuti e valuteremo la reale disponibilità della Giunta ad accogliere le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori”, hanno commentato Cattani e Negri.
“Il Trentino è per i due terzi ricoperto da bosco – hanno ricordato le sindacaliste -. Queste figure, spesso altamente specializzate, sono fondamentali per la protezione e la manutenzione del territorio, la prevenzione dei rischi legati al dissesto idrogeologico e offrono un servizio prezioso alla comunità. Anche in questi ultimi giorni sono stati gli operai forestali a mettere in sicurezza le aree colpite dai violenti temporali. È ora di prenderne atto e dare risposte che valorizzino queste professionalità attraverso il rinnovo di un giusto contratto integrativo”.
Nel dettaglio la piattaforma di Flai e Fai, approvata dai lavoratori, prevede un aumento dell’8% sui minimi tabellari come integrazione al contratto nazionale, a cui si aggiunge un aumento dell’indennità di mensa e di trasporto, 24 ore aggiuntive di permessi retribuiti per ragioni familiari, il superamento dei blocco di tre giorni per chiedere la cassa integrazione (Cisoa) e 40 euro di indennità per chi ha almeno 10 anni di servizio, visto che il contratto non riconosce scatti di anzianità.
“Il contratto è il primo fondamentale tassello per evitare che queste figure professionali scompaiano impoverendo il territorio. In vent’anni gli operai forestali si sono quasi dimezzati, l’età media è abbastanza elevata e si fa fatica sul ricambio generazionale. Eppure questi lavoratori sono quanto mai fondamentali per prevenire ed arginare i danni che il cambiamento climatico sta facendo anche in Trentino. Se ne prenda atto con i fatti rinnovando il contratto”, concludono Cattani e Negri.