Ilaria Bernardelli, di Riva del Garda, prima giovane trentina, entra nell’Ordo Virginum

[Ilaria Bernardelli spiega alla vigilia della sua consacrazione nell’Ordo Virginum – sabato 8 giugno – questa antica scelta di donazione che ora torna a germogliare nella Chiesa italiana.

Somm2: La verginità? “Così mi impegno a essere per tutti, per Cristo e per la Chiesa”

La frase? Quella che ho scritto sull’anello: “Non temere, sarò con te”

Dopo aver invocato lo Spirito della Pentecoste e i santi delle litanie, sabato sera in Duomo s’inginocchierà davanti all’Arcivescovo per essere consacrata per sempre nell’Ordo Virginum. E’ la prima giovane trentina, Ilaria Bernardelli, 34 anni, di Riva del Garda, a compiere questa scelta che risale ai primi secoli della vita cristiana (come ha scritto nel numero scorso di Vita Trentina) e che altre 700 donne in tutt’Italia vivono nell’Ordo Virginum. Nè suora, né consacrata secolare. Qual è la definizione più chiara? “Direi proprio ‘sposa di Cristo’, nel senso che accogliendo la chiamata del Signore ho deciso di donare a Lui la mia esistenza. In una condizione normale di vita, ora da insegnante di religione, vivendo la testimonianza e il servizio evangelico”. Il suo sì avviene in un rito simbolicamente nuziale, perché Ilaria vestita di bianco riceverà, assieme al libro delle Ore, un anello d’oro. E proprio da questo simbolo parte il colloquio di presentazione ai lettori di Vita Trentina.

“E’ la fede nuziale – spiega Ilaria – che apparteneva all’unico mio nonno che non ho conosciuto ed ho voluto ed ho voluto incidere la frase “Non temere, io sono con te” che riassume tutto il mio percorso. Me la porto dentro come consapevolezza che non mi sono inventata io questa strada e che il Signore che mi ha chiamato mi sosterrà sempre”.

Sei cresciuta nello storico oratorio di Riva del Garda, parrocchia di Sant’Alessandro, poi animatrice anche nella Pastorale giovanile diocesana, dalla festa degli adolescenti al Palazzetto fino ai “Passi di Vangelo” in Seminario. Un “prodotto” della Chiesa trentina, verrebbe da dire?

Sono riconoscente di questa ‘normalità’ del mio cammino dentro l’ambiente diocesano. Un legame profondo. E’ significativo che sarò consacrata in Cattedrale, attraverso le mani del vescovo che nell’Ordo Virginum vediamo come il nostro superiore diretto. Anche eventuali servizi specifici alla nostra Chiesa li concorderò con lui.

La tua storia parte in famiglia con due fratelli gemelli più giovani di sei anni. Poi il diploma di ragioneria a Riva, la laurea in mediazione linguistica all’Università di Trento, quindi il servizio civile alla Caritas di Trento e qualche esperienza lavorativa. Eccoci al 2008, quando hai cominciato a sentirti inquieta…

Sì, sentivo dentro di me spinte che non comprendevo, mi agitavano pensieri che mi portavano oltre ciò che vivevo giorno per giorno. Da una parte mi dicevo “passerà” ma poi ho capito che non cavavo un ragno dal buco.

Allora ne hai parlato con un amico frate…

Sì, a fra Paolo ho raccontato cosa provavo, cosa pensavo e non capivo. Lui, con estrema delicatezza, mi ha accompagnata nei primi passi verso ciò che il Signore stava già piantando nel mio cuore. In me tornava spesso la domanda: “Signore, cosa vuoi che io faccia?“.

Nel 2011, grazie al consiglio di don Michele, ho iniziato a frequentare i weekend di spiritualità per ragazze organizzati dalle sorelle Clarisse del monastero di Borgo Valsugana: una vera grazia! Ho potuto finalmente trovare quel silenzio di cui avevo estremo bisogno, quello spazio solo per me nel quale ho potuto iniziare a mettere a posto i pezzi del puzzle che si affollavano nella mia vita. Ho imparato cosa vuol dire pregare e quanta forza dona per la vita quotidiana.

In questo percorso alle Clarisse ti ha aiutato a crescere suor Francesca, tua guida spirituale.

Mi ha aiutato a lasciar fare a Dio, ad avere pazienza. Io che volevo vedere subito i frutti, avere risposte, certezze… ho dovuto faticosamente imparare la pazienza.

Nel frattempo – era il 2012-2013 , hai intrapreso gli studi teologici presso lo Stat: ti hanno aiutato nel discernimento?

Moltissimo. E’ stata una scelta azzeccata perché gli studi teologici non mi hanno dato solo una preparazione per l’insegnamento di religione. Mi hanno aiutato anche nel fondare la mia fede.

Poi hai conosciuto l’Ordo Virginum, quando una consacrata ha proposto il testo di Paola Moscheti in cui esso viene presentato come “germoglio di vita cristiana”.

Già, ‘galeotto fu quel libro’ uso dire, perché più lo leggevo più mi trovavo descritta, vi trovavo dentro quanto stava maturando in anni di ricerca. Un senso di gratitudine immensa.

C’era anche quella scelta di verginità, il proposito che rinnoverai sabato prima della consacrazione. Come lo spiegheresti?

Ho maturato via via il desiderio di essere per Cristo, per la Chiesa, per tutti, proprio come afferma san Paolo ai Corinti. E allora ho chiuso la porta del matrimonio, cioè mi sono detta di rinunciare ad un coniuge e ad una mia famiglia, per farmi dono totale agli altri. E in questo vedo anche la verginità per il Regno di Dio, la custodia della mia dimensione corporea per Dio, nella Chiesa. Intendiamoci, so anche che cosa ho lasciato e so bene che questa è una sfida continua.

Non è previsto all’Ordo Virginum che viviate in comunità…

No, non è previsto, ma se ne verranno altre vedremo.. per ora vivrò la mia scelta di servizio dentro l’insegnamento: lo scorso anno ero alla primaria di Borgo Valsugana, ora sono alle medie del Sacro Cuore. Anche gli studenti e i colleghi in questi mesi si sono interessati al significato di questa strada. Ringrazio anche la mia famiglia che ha accolto questa mia decisione maturata definitivamente a gennaio, quando don Lauro mi ha proposto la data di Pentecoste.

Chi ci sarà accanto a te?

Con la preghiera invito tutti a starmi vicina. Come padrine e testimoni avrà un’amica consacrata nell’Ordo di Bergamo e una suora operaia. Ma il libro della liturgia delle Ore che mi viene consegnata mi ricorda la comunione con tutta la Chiesa. E invito tutti i giovani a non aver paura di spalancare la loro porta a Cristo, come diceva San Giovanni Paolo II.

Dopo sabato, Ilaria, continuerai a insegnare, ma anche a disegnare e a cantare, i tuoi hobby preferiti…però comincia una storia tutta nuova…

Sì, non sarà come prima, sento che il rito con la sua ufficialità e l’invocazione dello Spirito mi propone una partenza, un nuovo inizio. Sono consapevole che sarò chiamata a vivere momenti di gioia ma anche momenti duri… allora tornerò alla frase che ho inciso sull’anello del nonno. “Non temere: io sono con te“.

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