Testimonianza e impegno, il primo mese di don Mauro Leonardelli

È ormai da un mese che don Mauro Leonardelli, ex parroco di Cristo Re, dei Solteri e di Piedicastello, ha assunto l’incarico di delegato dell’Area testimonianza e impegno sociale dell’Arcidiocesi di Trento, prendendo il posto di don Cristiano Bettega. “È una bellissima realtà, molto variegata, che comprende un ventaglio di attività che vanno dall’accoglienza di ‘bassa soglia’, basti pensare ai dormitori e all’accoglienza dei rifugiati, alla sensibilizzazione e al lavoro sulle comunità”, commenta don Leonardelli. “Di questo devo ringraziare innanzitutto don Cristiano Bettega, Roberto Calzà e Alessandro Martinelli, che hanno lavorato in questo settore, ma anche Fabio Chiari, che lo sta portando avanti attualmente, sobbarcandosi un lavoro enorme. Devo anche fare un plauso a tutti i dipendenti e a tutti i volontari che ruotano attorno all’Area testimonianza e impegno sociale”.

Da pochi mesi l’Arcidiocesi di Trento gestisce anche la Mensa della Provvidenza, un’eredità della comunità di cappuccini che a fine agosto ha lasciato il convento di via della Cervara. Solo poche settimane fa, don Mauro ha lanciato un appello per raccogliere donazioni di cibo per le persone che frequentano la Mensa.

Don Leonardelli, come è andata la raccolta?
C’è stata una bellissima risposta, segno che le persone sanno dimostrare una grande bontà e una grande generosità. Abbiamo raccolto alcune offerte in denaro e molte offerte di alimenti: ne sono arrivati sui 15-20 quintali. Il che è utile, perché le persone frequentano la Mensa quotidianamente e distribuiamo i pacchi viveri tre volte al mese.

Quante persone frequentano la Mensa?
Abbiamo una media che oscilla tra le 90 e le 145 persone. Chi frequenta la Mensa sa che può venire liberamente e che dalle 17 alle 18.15 ha la possibilità di ricevere un pasto caldo. Abbiamo offerto anche una nuova proposta al Portico di Rovereto, che è coordinata da padre Paolo Moser: anche lì ci sono sempre più di 20 persone che usufruiscono di questo servizio.

Avete il sentore che la richiesta di aiuto sia aumentata in questo periodo, in cui si parla di “nuovi poveri”?
Bisogna capire che cosa si intende per povertà. Se noi per povero intendiamo la persona che una volta trovavamo ai bordi della strada, si può dire che c’è ancora, ed è in parte aumentata. Ma forse la forbice che si è allargata di più non è quella: la troviamo invece tra quello che una volta chiamavamo “ceto medio”, che fino a qualche tempo fa riusciva a sbarcare il lunario.

Nell’ex convento dei cappuccini è previsto anche l’arrivo di una comunità universitaria…
Come ha scritto il vescovo Lauro nella sua lettera (“Lievito e sale”, distribuita alla comunità a giugno 2023, ndr), il progetto è che il convento non sia caratterizzato solo dalla parte caritativa, ma anche da un polo pastorale che possa aiutare a far crescere la nostra fede. Ci sarà una comunità di universitari, che attualmente si trova in via della Saluga, e dovrebbe arrivare anche una comunità religiosa, oltre a una famiglia.

Quando partirà il servizio di accoglienza invernale della Diocesi di Trento?
L’accoglienza al Portico, alla Bonomelli, al Lavisotto e a Casa Sant’Angela partirà il 2 novembre e arriverà fino al 15 aprile. La Diocesi, tra emergenza freddo e posti invernali, arriva a gestire 132 posti. Mi preme però fare una precisazione.

Prego.
Tante volte si parla di Area testimonianza e impegno sociale e si rischia di vederne solo la parte caritativa. In realtà è un’area molto più ampia, che comprende la parte missionaria e le pastorali dedicate a pellegrinaggi, migranti, salute, salvaguardia del creato e dialogo ecumenico ed interreligioso.

Cosa le manca di più delle sue parrocchie?
Il rapporto con le persone. E poi l’idea di fare il parroco: quella è la mia vocazione.

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